Io volo poco perché ho paura, ma quando ho visto le nuove divise Alitalia, disegnate dallo stilista milanese Ettore Bilotta, troneggiare su manifesti pubblicitari enormi ho gridato evviva il glamour. Le divise delle hostess e steward sono ispirate al glamour degli anni ’50 con tanto di cappellino vezzoso come si vede nei cinegiornali quando le dive atterravano da tutto il mondo per diventare le regine di Cinecittà. Dalle pubblicità questi abiti appaiono come il top del glamour, con tanto di guanti lunghi abbinati e borsa bauletto in tinta con l’abito. Ma, quando ho preso l’aereo dopo che le divise sono entrate di rigore su tutti i voli, tutto il glamour della campagna pubblicitaria si è trasformato in un incubo…. Una cosa è disegnare divise per delle modelle alte, belle, eteree e troppo magre… Un’altra cosa è far indossare divise glamour a donne normali con taglie normali e altezze italiane… Un disastro!!! I cappelli che in foto sembravano glamour come quelli della corte inglese si trasformano completamente diventando dei secchielli da spiaggia da bambini rovesciate su teste mal pettinate con uno scignon che può star bene solo a Grace Kelly. Per non parlare dei guanti a metà braccio che rendono l’avambraccio più un insaccato di cinta senese che un guanto alla Audrey. Le calze verdi e rosse mono colore non stanno bene nemmeno se ti chiami Naomi Campbell, Figurati se sei la hostess Pincopalla. Le scarpe sono démodé con punta tonda e mezzo tacco che persino Cenerentola si rifiuterebbe di indossarle. Ed in fine la borsa bauletto in tinta che sembra la borsa di Mary Poppins … Un incubo!
Perché vestire delle signore professioniste come delle bambole di pezza? Io questa operazione di restauro non l’ho capita, come penso miglia di passeggeri… Ma le deliziose e bravissime hostess non possono ribellarsi almeno almeno al cappello a forma di ricotta???? Voto 2 allo stilista Bilotta voto 10 al coraggio delle hostess per indossare queste divise…