Gherardo Guidi e La Capannina

Novella 2000 ha incontrato Gherardo Guidi, proprietario della Capannina di Franceschi, il celebre locale della Versilia che negli ultimi cinquant’anni ha ospitato i più grandi personaggi dello star system italiano e internazionale.

Guidi, cosa rappresenta per lei oggi La Capannina?

“Il locale più bello del mondo. Dove la gente si diverte e ci ritorna. La Capannina è un locale che ha sempre fatto divertire, sognare, perché poi oggi l’importante non è tanto far star bene la gente, che è una cosa importantissima, ma è farla sognare. La Capannina mi ha dato tante soddisfazioni in oltre cinquant’anni. Mi ha fatto lavorare tanto. Ho fatto tantissime nottate, fino alle 3, le 4, le 6. Non è stata una cosa facile. Devo dire ‘grazie’ a questo locale magico, perché mi sento vivo”.

Quando si pensa alla storia delle notti versiliesi non si può non pensare alla Capannina di Franceschi di Forte dei Marmi. Una storia che nasce da lontano, nel 1929, e che ancora oggi fa emozionare.

La discoteca più longeva del mondo non ha molti segreti ormai, ma anno dopo anno ha saputo ritagliarsi un posto in prima linea nel mondo della movida internazionale, affascinando turisti e diventando fonte di attrazione anche per personaggi provenienti da tutto il mondo:

  • Ray Charles
  • Gloria Gaynor
  • Grace Jones
  • Caterina Caselli
  • Mina
  • Gino Paoli
  • Fred Bongusto

… e tanti nomi dello spettacolo nazionale come Jerry Calà e Umberto Smaila. Tutti questi si sono susseguiti sul palco del locale, cornice perfetta pe richiamare artisti anche da oltreoceano.

Tradizione e avanguardia

Un successo da ricondurre alla figura visionaria del patron Gherardo Guidi, che insieme alla moglie Carla “ha sedotto la notte”, come ha scritto nella sua autobiografia, dove ha svelato i segreti dietro la gestione di uno dei locali più famosi al mondo.

Il Commendatore e Grande Ufficiale della Repubblica Guidi prese in gestione il locale nel 1977, lasciando il nome del fondatore Achille Franceschi. Negli anni, tradizione e innovazione si sono unite nella ricerca costante della novità.

La Capannina è un po’ come una grande famiglia, fedele al passato ma senza paura di guardare avanti. Un chiaro esempio è la figura storica del celebre fotografo della Capannina Raffaele Nizza, che ha lasciato il testimone al figlio Fabrizio, erede dell’arte del padre e colui che sta portando avanti il nome e allo stesso tempo incarnando i valori del locale, tra avanguardia e sguardo al passato.

Un altro esempio è la figura di Stefano Busà, artista talentuoso che da più di vent’anni accompagna col suo pianobar la Capannina, offrendo uno spettacolo alla portata di tutti, facendo del divertimento e del coinvolgimento uno dei fattori chiave delle sue serate.

Noi lo abbiamo intervistato, ed ecco cosa ci ha raccontato.

Intervista a Stefano Busà

Busà, perché La Capannina ancora oggi è un punto di riferimento per chi vive la notte?

“La Capannina rappresenta il posto in cui tutte le persone che amano ballare e divertirsi almeno una volta nella vita devono venire: il locale più antico del mondo, 93 anni. Ed è un punto di riferimento anche per questo, perché ha fatto la storia del divertimento in Italia”.

Cosa la rende unica?

“Innanzitutto la struttura, perché non ha nulla a che vedere con le altre discoteche. È un locale bellissimo, in legno, ha una forma particolare, con soffitto altissimo e una conformazione unica. Nello specifico, la mia zona è un pianobar dove la gente comunque può cantare, ascoltare e ballare. La Capannina ha diverse anime, e ognuno vi può ritrovare la propria dimensione”.

Un luogo che unisce generazioni diverse. Quanto conta oggi la sua tradizione e come riesce ad avvicinarsi ai più giovani?

“La tradizione è alla base della Capannina di Franceschi, ma unisce anche i giovani perché negli anni la gestione della famiglia Guidi ha saputo unire la tradizione con spettacoli magari adatti a persone più grandi. Concerti come Patty Pravo, Gino Paoli, Riccardo Cocciante, fino anche a fare concerti con deejay per essere al passo coi tempi e andare incontro alle nuove generazioni. O addirittura concerti con artisti contemporanei, come Dargen D’Amico che si esibirà il 22 luglio”.

Quindi la musica…

“Contemporaneamente, anche nella stessa serata, la programmazione è, per così dire, variopinta. C’è la pista che magari fa un genere di musica, il lato mare con un altro genere, il pianobar offre un altro genere ancora… Una persona viene e può trovare minimo tre generi di musica diversi. È per questo che noi abbiamo serate dai più giovani a diciottenni fino ai cinquantenni e anche sessantenni. Perché nel locale c’è davvero spazio per tutti”.

a cura di Victor Venturelli