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Marco Columbro: «Dopo il coma, in tv sono morto. Ma i reality non mi interessano. Io vorrei parlare di ecologia e meditazione»

Maura Messina | 29 Aprile 2016

«Dopo il coma in tv sono morto, non mi chiama più nessuno (…). Ho vinto 13 Telegatti, sono passato da […]

«Dopo il coma in tv sono morto, non mi chiama più nessuno (…). Ho vinto 13 Telegatti, sono passato da un giorno all’altro dall’essere un emerito sconosciuto ad avere l’ufficio stampa di Canale 5 che mi telefonava che mi diceva “Hai tre giornalisti che domani vengono a casa tua, poi hai un servizio fotografico da fare”. Come un’onda che ti travolge e inizialmente ti monti la testa», così ha detto, amaro, Marco Columbro a Repubblica tv.

In un’epoca in cui molti riescono ad accedere al piccolo schermo guadagnandosi la stima e la devozione del pubblico, magari solo perché hanno un bel visino, il fatto che un personaggio come Marco Columbro, che ha dominato le scene negli anni ’90 ha vinto 13 telegatti e ha intrattenuto e divertito gli italiani per quasi 20 anni, sia stato messo nel dimenticatoio del video lascia perplessi… Cos’è successo? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui, che ci ha risposto al telefono, cordiale e disponibile con la sua voce da attore e l’inconfondibile accento toscano:

«Non so cosa sia successo, perché non mi chiamano più. Non saprei darmi una risposta, e ho smesso di pormi questa domanda…».

Ma la televisione di oggi è qualità?

«La televisione è lo specchio della società…Lascio a lei la risposta …»

E i conduttori?

«Penso che conduttori come Carlo Conti, Paolo Bonolis  siano validi, dei professionisti, ma non c’è cambio generazionale sono sempre gli stessi…»

Vanno per la maggiore i reality, o i talent show che hanno la presunzione di cercare i nuovi talenti.

«I personaggi dei reality sono meteore, premetto che io non guardo i Reality, ma i concorrenti sono persone comuni senza nessuna preparazione artistica che cavalcano una piccola onda del successo per poi essere dimenticati»

Lei farebbe un reality?

«No, io se dovessi tornare in tv farei un Varietà o una trasmissione innovativa che parli di ecologia, meditazione, prodotti biologici qualcosa che possa portare crescita e giovamento a chi la guarda».

Argomenti impegnativi, lontani dalle tendenze della tv attuale. Nel frattempo continua a lavorare in teatro

«Il teatro è molto più emozionante della tv, è una cosa diversa. Sei senza rete, al contatto diretto con il pubblico, sei più libero… Ma con il teatro ci sopravvivi, perché i guadagni sono molto diversi rispetto a quelli televisi… La mia natura però è stare a contatto con il pubblico e questo è un ottimo modo».