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Racconto shock di Nicola Savino: “A 7 mesi un’infermiera mi tagliò per sbaglio un dito”

Francesco Fredella | 26 Novembre 2017

Nicola Savino racconta quello che gli è accaduto a sette mesi. Non ne aveva mai parlato in televisione. Negli studi […]

Nicola Savino racconta quello che gli è accaduto a sette mesi. Non ne aveva mai parlato in televisione. Negli studi di Silvia Toffanin il conduttore riavvolge il nastro dei ricordi.

 

Nicola Savino compie 50 anni, ma è energico come un grillo. Come un adolescente. Quel sorriso stampato in faccia non lo perde mai. A Verissimo racconta quello che gli è accaduto a sette mesi di vita. “Era il luglio del ’68 e invece di prendere peso lo perdevo. Così mi ricoverarono in ospedale. Nel cambiare la flebo, con una forbicina, invece di tagliare solo la garza l’infermiera mi tagliò anche il dito. Cercarono di riattaccarmelo ma non ci riuscirono”. La confessione lascia senza parole tutti perché lui non aveva mai parlato prima.

“Per me è stato un complesso per i primi anni di tv, non mi sarei mai sognato di parlarne o di fare vedere la mia mano, tanto che i primi tempi mettevo un arto finto”. Insomma, un vero e proprio racconto shock di cui, prima d’ora, non aveva mai voluto parlare. Soprattutto in televisione. “Forse mi avete ipnotizzato. Ditemi perché vi sto raccontando tutte queste cose?, scherza il conduttore de Le Iene.

Un’intervista in cui parla di tutto: di sua madre farmacista di origine calabrese “che voleva che facessi il chirurgo perché avrei guadagnato 4 milioni al mese” e di suo padre, ingegnere foggiano trapiantato a Lucca e poi nel Milanese. “Erano separati, ma avevano un rapporto molto civile. Quando è morta mia madre nel 2013 ho smesso di essere figlio, sono diventato uomo e ho riscoperto la fede. Ogni mattina vado in chiesa, accendo un cero alla Madonna ed è come accenderlo per mia madre”, dice Savino.

Speaker, conduttore, poliedrico personaggio. Savino raggiunge tutti i traguardi con tenacia e dedizione, giorno dopo giorno. “A 16 anni ho capito che sarebbe stata la mia vita. La vera folgorazione è stata capire che avevo quella passione. Tutte le mattine, quando mi metto le cuffie in testa, non mi capacito di come possa esistere un lavoro per cui tu vieni retribuito per ascoltare musica”.

 

 

LA CARRIERA DI NICOLA SAVINO. 

Incomincia a lavorare nel 1984 nella emittente locale Radio Sandonato. Nei 5 anni successivi, in cui si divide tra radio e discoteche, contatta vari network radiofonici proponendosi come regista («ho puntato più in basso come mansione per avere uno stipendio fisso e fare contenta la mamma» raccontò) e nel 1989 ottiene risposta positiva da parte di Radio Deejay. Qui cura dall’inizio la regia di W Radio Deejay, un programma condotto da Marco Baldini e da Fiorello, e in seguito quella del programma Baldini Ama Laurenti, con Marco BaldiniAmadeus e Luca Laurenti.

Nel 1995 approda momentaneamente a Radio Capital con il programma Due meno dieci, condotto da Amadeus e Dj Angelo. Nel 1996 torna a Radio Deejay, e qualche mese più tardi è in onda nella trasmissione di Linus Deejay chiama Italia, nel corso della quale il conduttore interpella frequentemente Nicola per conoscere il suo parere di “uomo della strada” sui fatti del giorno: gli scambi che ne derivano riscuotono talmente tanto successo che gli interventi di Nicola al microfono, dapprima estemporanei, diventano una costante dell’appuntamento radiofonico, e gli valgono la notorietà con lo pseudonimo di “Uomo Della Strada” e del suo acronimo “UDS” .

La formula a due voci del programma incontra il favore del conduttore storico e del pubblico, e dal 1999 Nicola Savino, finalmente col suo nome anagrafico, diventa ufficialmente co-conduttore di Deejay chiama Italia. Nel frattempo Nicola partecipa anche al programma Ciao belli al quale, fin dalla prima stagione nel 1998, contribuisce come autore e soprattutto come imitatore di personaggi famosi (tra cui Ligabue, il capitano dell’Inter Zanetti, Giampiero Galeazzi, Berlusconi, Enrico Ruggeri e molti altri) dando vita a un universo surreale assieme a Digei Angelo e Roberto Ferrari.

Nell’estate del 2006 Savino conduce da solo il programma radiofonico “Rio“, sulla musica e i protagonisti degli anni ottanta.

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