Paolo Villaggio è morto oggi. Aveva 84 anni. Ad annunciare la morte è stata la figlia Elisabetta con una foto in bianco e nero di suo padre. “Ciao papà, ora sei di nuovo libero di volare”.Villaggio è stato per anni interprete della saga dei Fantozzi (il personaggio gli fu suggerito da Maurizio Costanzo che lo ha lanciato).

Qualche tempo fa la figlia Elisabetta disse: “Non starà al meglio, certo. Ma il cinema italiano lo ha abbandonato invece mio padre c’è”. E’stato tra gli attori italiani più amati. Il suo Fantozzi, di recente, è tornato al cinema con un successo unico. Era sposato con Maura Albites dal 1958,  l’aveva incontrata al Lido di Genova e dopo essersi innamorata di lei non l’ha più lasciata. Ha avuto due figli: Pierfrancesco ed Elisabetta. Sul set, invece, ha fatto coppia con Gigi Reder (il mitico Filini) e con Milena Vukotic, indimenticabile signora Pina nei film di Fantozzi. Il padre di Villaggio si chiamava Ettoreed  era un ingegnere edile palermitano mentre la madre Maria,originaria di Venezia, insegnava lingua tedesca. Aveva un fratello gemello che è morto di recente.

Nel 1992 aveva ricevuto il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia. E’ stato un tifoso accanito della Sampdoria. Nel 1960 inizia ad imporsi nel mondo del cinema. Il personaggio di Fantozzi è arrivato al cinema nel 1975: l’impiegato sfortunato e un po’ imbranato ha segnato un’epoca. Non a caso l’aggettivo “fantozziano” è  ancora oggi tra i più usati da sempre. Il talento drammatico di Villaggio è stato notato anche da Fellini che lo vuole insieme a Benigni nel suo ultimo capolavoro.

“Fantozzi è stato terapeutico: ha curato la malattia di tutti gli italiani. Fantozzi c’è in tutti loro“, aveva ricordato l’attore in un’intervista.

La vita

Genovese doc, interprete televisivo e cinematografico di personaggi legati a una comicità paradossale e grottesca, come il professor Kranz e il timidissimo Giandomenico Fracchia, è noto al grande pubblico per la creazione letteraria e la seguente trasposizione cinematografica (in dieci pellicole) del ragionier Ugo Fantozzi. All’attività comica fa eco quella di scrittore, cominciata proprio con un libro su Fantozzi, al quale seguiranno altri otto sul ragioniere, e altri libri di carattere satirico.

Ha recitato in parti più drammatiche, partecipando a film di registi come Federico FelliniMarco FerreriLina WertmüllerErmanno Olmi e Mario Monicelli. Nel 1992, in occasione della 49ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, riceve il Leone d’oro alla carriera. Nell’agosto del 2000 gli viene assegnato al Festival del cinema di Locarno il Pardo d’onore alla carriera.

Nasce nel capoluogo ligure il 30 dicembre del 1932, fratello gemello di Piero Villaggio (1932 – 2014), futuro docente alla Scuola normale superiore di Pisa. Il padre Ettore (1905 – 1992) è un ingegnere edile palermitano, mentre la madre Maria (1905 – 1998), di origini veneziane, è un’insegnante di lingua tedesca. Frequenta le elementari nella scuola Diaz a Genova, assieme al fratello e al futuro dirigente FIAT, Paolo Fresco. Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza verranno spesso raccontati dall’attore nella sua pièce teatrale intitolata Delirio di un povero vecchio.

Tra i tanti aneddoti si ricordano: lo sbarco delle forze alleate, lo stupore nel trovarsi per la prima volta di fronte a soldati stranieri e soprattutto l’assaggiare bevande e pietanze (come coca-cola e cibi in scatola), che per un adolescente italiano dell’epoca erano del tutto inusuali. La famiglia Villaggio, pur essendo agiata e dell’alta borghesia genovese, subisce ugualmente le ristrettezze e le privazioni causate dalla seconda guerra mondiale

A tal proposito, in un’intervista a Repubblica, ha dichiarato: «La guerra fu un incubo che si materializzò il 2 febbraio del 1941. A scuola, io e mio fratello gemello, sentivamo la lezione del maestro. A un certo punto avvertimmo sopra la testa come il rumore clamoroso di un treno. Era una salva da 381 mm che la marina britannica aveva sparato dal largo di Portofino. Solo che sbagliò bersaglio. La bomba centrò il quartiere dove eravamo tutti noi, devastando case e persone. Uscimmo, io e mio fratello, tenendoci per mano. Lo spettacolo era terribile. Vedemmo i cadaveri di due donne e un mulo morto. La notte non riuscimmo a prendere sonno. Fu la prima volta che sentimmo nostro padre imprecare contro la guerra».

Dopo aver frequentato il liceo classico “Andrea Doria”, comincia all’università di Genova gli studi di Giurisprudenza che abbandona per dedicarsi a svariati impieghi. Sono questi gli anni in cui comincia a seguire la società calcistica della Sampdoria, squadra di cui è rimasto grande tifoso. Nel 1954, al Lido di Genova, incontra Maura Albites, che verso la fine degli anni cinquanta diverrà sua moglie e dalla quale avrà due figli: Elisabetta (1959) e Pierfrancesco (1965, comparso successivamente in alcune pellicole del padre).

Dopo gli studi ha diverse esperienze lavorative: da cameriere a speaker della BBC a Londra, fino a diventare cabarettista e intrattenitore sulle navi della Costa Crociere, insieme con l’amico Fabrizio De André[8][9]. Negli anni sessanta viene assunto, come impiegato, in una delle più importanti industrie impiantistiche italiane, la Cosider, dove era addetto all’organizzazione di eventi aziendali tra i quali lo scambio di doni natalizi tra dirigenti e la premiazione dei dipendenti meritevoli; da questa esperienza lavorativa trarrà l’ispirazione per creare il personaggio del ragioner Ugo Fantozzi, che in seguito lo renderà molto popolare.

Negli anni del dopoguerra Villaggio conosce Fabrizio De André, futuro cantautore, diventandone intimo amico e con il quale dividerà gran parte delle sue scorribande giovanili. Nel 2002, esce, per la FeltrinelliNon per un dio ma nemmeno per gioco, una biografia dedicata al cantautore genovese curata da Luigi Viva con all’interno interviste rilasciate dai due artisti che ripercorrono episodi della loro amicizia.

A titolo d’esempio, De André descrive il loro primo incontro, avvenuto nel 1948 in una frazione di Cortina d’Ampezzo: «L’ho incontrato per la prima volta a Pocol, sopra Cortina; io ero un ragazzino incazzato che parlava sporco; gli piacevo perché ero tormentato, inquieto ed egli lo era altrettanto, solo che era più controllato, forse perché era più grande di me e allora subito si investì della parte del fratello maggiore e mi diceva: “Guarda, tu le parolacce non le devi dire, tu dici le parolacce per essere al centro dell’attenzione, sei uno stronzo”».

Gli anni della giovinezza, soprattutto le serate passate nelle varie osterie genovesi o in gruppo a casa di amici, sono invece raccontate dall’attore: «Tutto considerato è stato importante crescere insieme, perché eravamo molto intonati, due vere voci soliste, nei giochi, negli scherzi, in tutto». E ancora: «Io e Fabrizio eravamo, direi senza saperlo, due veri creativi e lo abbiamo poi dimostrato nella vita […] lui si comportava come me, cioè facevamo una vita dissennata, andavamo a caccia di amici terribili […] i nostri genitori erano terrificati da questo tipo di vita, non si faceva niente e si dormiva regolarmente sino alle due del pomeriggio».

L’amicizia, in seguito, si farà anche artistica e produrrà all’inizio degli anni sessanta i testi delle canzoni Il fannullone (che sembra sottolineare in maniera ironica i giorni dissipati dai due amici: “Senza pretese di voler strafare/io dormo al giorno quattordici ore…”) e Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, entrambi scritti da Villaggio, incisi e cantati da Fabrizio De André, autore delle musiche. Quest’ultimo brano (inserito nell’album del cantautore Volume I) conosce gli strali della censura a causa di parole ritenute troppo licenziose, provocando agli autori guai di natura giudiziaria.

«La canzone passò abbastanza inosservata – ricorda l’attore – Fabrizio ancora non aveva inciso La canzone di Marinella e non era quindi famoso, tantomeno io. Qualcuno però notò questa strana filastrocca che sbeffeggiava il potente Re dei Franchi: fu un pretore, mi pare di Catania, che ci querelò perché la considerava immorale soprattutto per quel verso: “È mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi puttane” E pensare che noi eravamo già stati censurati e avevamo dovuto trasformare il verso finale che in originale suonava: “frustando il cavallo come un mulo, quella gran faccia da culo” con: “frustando il cavallo come un ciuco, tra il glicine e il sambuco…”».

Un’amicizia tra i due che Villaggio, nel giorno della morte di De André, ricorderà con queste parole: «Abbiamo vissuto insieme varie stagioni della vita, abbiamo vissuto la fame, la Genova ancora con l’odore dei pitosfori […] era una persona molto sensibile e ovviamente quando si è molto amici, soprattutto d’infanzia, si parla della morte come di un fatto lontano, del tutto improbabile. Adesso che invece la cosa è accaduta e quando stava per succedere, non abbiamo mai avuto più il coraggio, negli ultimi due mesi, né di incontrarci, né di parlare della cosa, perché questa volta non era un gioco, non era letteratura, era la terribile realtà”.

Impegno politico. Paolo Villaggio inizia a collaborare con i giornali dal 1968, scrivendo per L’Europeo La Domenica di Fantozzi, in cui racconta le tragicomiche avventure di colui che diverrà il suo personaggio più famoso. Questi pezzi andranno a comporre il primo dei nove libri su Fantozzi, che farà anche da base per la trasposizione cinematografica.

Ne segue un contributo a Paese Sera, su cui scrive, per cinque anni, gli editoriali, nel periodo in cui è direttore Giorgio Cingoli. Collabora poi con L’Unità per altri cinque anni, durante la direzione di Walter Veltroni. Dal 2004 al 2005 scrive per L’Indipendente diretto da Giordano Bruno Guerri. A cominciare dal 28 giugno 2009, riprende la collaborazione con L’Unità, svolgendo il ruolo di editorialista nelle vesti di un Fantozzi di propensione leghista

Villaggio è stato iscritto al Partito Comunista Italiano e a Democrazia Proletaria, formazione comprendente anche socialisti radicali, nelle cui liste è stato candidato alle elezioni politiche del 1987. Successivamente si è candidato alle elezioni del 1994 con la Lista Marco Pannella, nel collegio uninominale di Genova – San Fruttuoso[92]. Il 18 gennaio 2013 ha annunciato il suo voto a favore del Movimento 5 Stelle, in vista delle imminenti elezioni politiche, motivando il fatto che il suo amico Beppe Grillo: «è l’unico che rappresenta un cambiamento vero per una classe politica che pensa solo al presente». Villaggio si dichiara “ateo da sempre”. In un’intervista a Repubblica, del 1994, ha affermato: «Lo penso davvero, il Papa è una persona troppo intelligente per credere in Dio».

FilmografiaTutto tutto niente niente Generazione 1000 euro Questione di cuore Torno a vivere da solo Carabinieri 7 Finalmente Natale Liolà Hermano Gas Luna e le altre Renzo e Lucia InvaXön – Alieni in Liguria Paolo Villaggio. Box Set Carabinieri 2 Carabinieri Azzurro Denti Fantozzi 2000: la clonazione Un bugiardo in paradiso Banzai Fantozzi – Il ritorno Io no spik inglish Camerieri Palla di neve Sogni e bisogni Le nuove comiche Cari fottutissimi amici Fantozzi in paradiso Il segreto del bosco vecchio Io speriamo che me la cavo Le comiche 2 Le comiche Fantozzi alla riscossa La voce della luna Ho vinto la lotteria di capodanno Il volpone Fantozzi va in pensione Missione eroica – I pompieri 2 Com’è dura l’avventura Scuola di ladri – Parte seconda Rimini Rimini Roba da ricchi Scuola di ladri Superfantozzi Grandi magazzini Fracchia contro Dracula I pompieri A tu per tu Fantozzi subisce ancora Bonnie e Clyde all’italiana Pappa e ciccia Sogni mostruosamente proibiti Il turno Fracchia la belva umana La locandiera Fantozzi contro tutti Rag. Arturo De Fanti, bancario precario Dottor Jekyll e gentile signora Dove vai in vacanza? Io tigro, tu tigri, egli tigra Professor Kranz tedesco di Germania Quando c’era lui… caro lei! Tre tigri contro tre tigri Il… belpaese Il secondo tragico Fantozzi Quelle strane occasioni Il signor Robinson – Mostruosa storia d’amore e d’avventura Signore e signori, buonanotte Fantozzi Di che segno sei? La mazurka del barone della santa e del fico fiorone Giandomenico Fracchia Non toccare la donna bianca Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno Sistemo l’America e torno La torta in cielo Senza famiglia, nullatenenti, cercano affetto Beati i ricchi Che c’entriamo noi con la rivoluzione? Mazzabubù… Quante corna stanno quaggiù? Brancaleone alle crociate I quattro del pater noster Pensando a te Il terribile ispettore Eat it Il killer