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Povia nudo. Siamo alla frutta.

Matteo Osso | 11 Giugno 2016

C’è chi li chiama morti di fama, chi li ricorda per i tempi d’oro e chi non li ricorda affatto. […]

C’è chi li chiama morti di fama, chi li ricorda per i tempi d’oro e chi non li ricorda affatto.
Ma loro, in questo caso lui, non mollano la presa e si inventano la qualunque per tentare di riconquistare un palcoscenico che si allontana all’orizzonte come l’ultima corsa della metropolitana la mattina dello sciopero generale.
E siccome il sesso vende sempre, perchè non mettere giù un l’asso di briscola e ammiccare sorridente in costume adamitico?
Ipso facto: capello salvaggio, chiappa al vento, pudenda castamente coperte dalla morbidezza di una camicia da boscaiolo. Ecco come attirare l’attenzione per poi sganciare la bomba del secolo: offrirsi di fare un servizio fotografico “politico”, completamente nudo, in modo da svegliare i ritardati: “Sono le cose che piacciono ai ritardati e alle ritardate, abbassarsi al loro livello per portarle al mio no?”
Bene, quei ritardati non ci stanno. Non più. La rete si è levata in un coro contro l’espressione a dir poco offensiva (sia di chi dovrebbe essere il destinatario del messaggio che ancor più di chi è in una condizione meno fortunata) e il progetto di Povia di diventare il messia della nuova politica sembra essere durato quanto un gatto in tangenziale.
Tutto questo per promuovere il suo nuovo disco, per acquistare il quale fornisce indicazioni su come poterlo reperire e garantisce consegne rapidissime. Meglio della pizza a domicilio.
Ultimo dettaglio,  di gusto: la foto utilizzata l’aveva già pubblicata dopo aver presentato  a Sanremo «Luca era gay…», brano che non aveva riscosso l’apprezzamento della comunita Lgbt (e non solo di quella) e all’epoca aveva commentato: «Adesso i gay penseranno che quel rompiballe di Povia non è niente male» 
Pensava forse che l’esibizione del proprio posteriore potesse riuscire là dove la sua arte aveva fallito? Boh. Ma dimenticava che i gay sono noti per avere buon gusto…