Catcalling: una nuova sensibilità

Il catcalling (scritto anche “cat calling” o “ cat-calling”) consiste in molestie verbali messe in atto, per lo più in strada, nei confronti di donne e ragazze, con atteggiamenti quali fischi, apprezzamenti pesanti e commenti a sfondo sessuale.

Si tratta di comportamenti non nuovi, ma che la sensibilità di oggi porta a non considerare più meri “complimenti”, tollerati o addirittura agognati, ma delle esternazioni volgari che riducono la vittima a corpo, e quest’ultimo a oggetto sessuale di indesiderate avance.

Non è solo una questione di costume. Il catcalling (fenomeno cui in Italia un tempo ci si riferiva con l’espressione “pappagallismo”, ormai desueta o comunque ritenuta non altrettanto efficace) ha profonde ripercussioni sulle vittime – anche uomini e persone transessuali possono essere oggetto di catcalling – le quali si ritrovano non solo a cambiare le proprie abitudini di vita (abbigliamento, spostamenti casa-lavoro…) per evitare di subire nuovamente tali abusi, ma anche a dover fare i conti con il trauma psicologico di non riuscire più a sentirsi a proprio agio con il proprio corpo, ridotto a oggetto sessuale, né sicure nei luoghi che frequentano.

Una situazione drammatica, che la regista Martina Giannone ha descritto nel suo cortometraggio Stato di Natura, girato nel comune siciliano di Scicli e che riprende dal film Malèna, attualizzandola, la scena della passeggiata di una donna (Monica Bellucci) accompagnata dai commenti degli astanti.

Nel cortometraggio di Giannone è resa manifesta tutta la violenza persecutoria e molesta di quei “commenti”. Voci maschili che come un’eco avvolgono e imprigionano le donne.

Percepire le diverse condotte associate al catcalling come vere e pro prie molestie porta a interrogarsi sul possibile rilievo penale di questi comportamenti.

Il catcalling in Europa e in Italia

In Francia, per esempio, dal 2018 le molestie sessuali da strada sono reato: sono punite con una multa fino a 750 euro. In Italia, invece, il catcalling non è un vero e proprio reato, né a oggi sembra possibile far rientrare questo tipo di molestie nell’insieme di reati penali già esistenti, come quelli di molestia o disturbo alle persone (art. 660 del Codice Penale) o di atti persecutori (art. 612 bis del Codice Penale).

La prima norma sanziona con l’arresto fino a 6 mesi o con l’ammenda fino a 516 euro chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero con il mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo.

Una fattispecie che è volta a tutelare un bene diverso dalla dignità della vittima lesa in caso di catcalling. La disposizione è volta infatti a preservare l’ordine pubblico, in particolare da possibili turbamenti alla quiete pubblica e non la singola persona fisica.

Quando è reato in Italia

Ciò significa che, perché le molestie verbali da strada possano ritenersi penalmente perseguibili ai sensi dell’art. 660 c.p., è necessario che le stesse siano configurabili come condotta che turba la quiete pubblica.

Come potrebbe verificarsi nel caso in cui offese sessuali e insulti rivolti a una persona in un luogo pubblico generino turbamento anche in altri testimoni eventualmente presenti. Oppure, come ha riconosciuto la Cassazione nel 2018, che tali comportamenti si verifichino con continuità e insistenza:

“Nell’insistente comportamento, prolungato nel tempo, di chi, come il ricorrente ‘corteggiaì insistentemente, in maniera non gradita, una donna (profferendo al suo indirizzo espressioni a contenuto esplicitamente sessuale) e seguendola in strada (sì da costringere costei a cambiare abitudini), essendo tale condotta rivelatrice di ‘petulanza’, oltre che di ‘biasimevole motivo'” (Cass. civ. 55713/2018).

Nel secondo caso – che è poi l’ipotesi dello stalking – viene punito con la reclusione da 1 anno a 6 anni e 6 mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura. Ovvero, da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva. Ovvero, da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.

Si è visto come sia proprio del catcalling provocare uno stato di paura e ansia che porta la vittima a cambiare le proprie abitudini di vita.

Ma questo, a seguito di una modalità di comportamento diffusa e riconducibile nella maggior parte dei casi a una pluralità di sconosciuti e non reiteratamente alla medesima persona (nel qual caso le molestie verbali da strada sarebbero senz’altro riconducibili alla tipologia degli atti persecutori e anche, come visto sopra, al reato di molestia e disturbo alle persone).

La difficoltà di tutelare le vittime di catcalling inquadrandolo in questi reati ha però portato a chiedere la creazione di un’apposita tipologia penale.

A questo scopo è stata anche promossa una petizione sul sito internet change.org.

a cura di Eloisia e Luana Minolfi