Resente Novella 2000 n. 16 2023

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Studio Resente: le emozioni accarezzano il nostro cuore

Redazione | 5 Aprile 2023

A cosa servono e come fare tesoro delle emozioni: ce ne parla il nostro Alessandro Resente, opinionista di grande sensibilità per Novella

Emozione. Parola che deriva dal verbo latino emovere, che significa rimuovere, trasportare fuori, scuotere. Ecco qualcosa che scuote il nostro animo, il nostro essere, il nostro cuore.

Voglio proprio parlare di emozioni, di vibrazioni. Perché forse il Covid, forse il progresso, forse la nuova società non danno più alcun valore a queste. Eppure sono i momenti in cui ci sentiamo vivi, in cui i nostri occhi brillano e soprattutto ci carichiamo.

Sono stati fatti innumerevoli studi sulle emozioni, sull’intensità, sulla tipologia. I filosofi greci – a partire da Platone che aveva distinto tra ragione ed emozione – le avevano sempre viste come uno stato non razionale, perturbato, e per questo da vedere in senso negativo perché rendevano vulnerabili e facili all’errore.

Io semplicemente voglio parlare di emozioni per godere e apprezzare di più la vita, ma nello stesso ritrovare quel senso della vita che si sta perdendo.

Ma vorrei anche sottolineare che le emozioni sono anche uno dei nostri principali mezzi di comunicazione, e chi le sa gestire può sicuramente interagire in modo migliore con l’ambiente esterno.

Per questo, dopo le valutazioni negative sulle emozioni si è iniziato a considerarle in maniera diversa, e sicuramente chi sa emozionarsi è una persona migliore.

L’emozione come regalo

Inizierei da una frase di Alda Merini: “Non scelgo dove mettere un’emozione, scelgo a chi donarla”. Vivere un’emozione è una gioia, un regalo, un momento nel quale capisci che stai e puoi ancora vibrare.

Per seguire il tema delle emozioni potremmo anche riprendere in mano il testo della canzone Emozioni di Lucio Battisti e capire, se predisponiamo il nostro animo, come possiamo vivere e riscoprire anche nelle piccole cose delle emozioni.

Ma vivere di emozioni fa sì che noi abbiamo ancora dei desideri, dei sogni, degli obiettivi. Dobbiamo noi per primi cercare di vivere una vita migliore, più bella, capendo anche l’importanza delle piccole cose, per poi stare meglio con noi stessi.

E questo è un elemento fondamentale, perché nello stare bene con noi stessi e trovare vibrazioni anche dalle piccole cose quasi sicuramente ci permetterà, se non di eliminare, almeno di ridurre quel sentimento che fa prima di tutto vivere male chi lo prova (ma anche avere meno cattiveria), e che è l’invidia.

Liberiamoci dell’invidia

Ognuno di noi deve cercare di vivere al meglio la propria vita. È inutile stare a guardare chi ha di più, chi è stato più fortunato, chi vive meglio.

Iniziamo a guardarci noi in maniera diversa. La vita scorre, e se stiamo a pensare solo a chi sta meglio la perdiamo e non la gustiamo.

Certo, molti non condivideranno questo mio pensiero, diranno che sono solo parole, invece è un vero esercizio che, attraverso la ricerca delle emozioni, può portare a vivere meglio e di sicuro più intensamente.

L’invidia logora, distrugge, crea malessere. Per questo dobbiamo voler vivere una vita più serena.

Ricerchiamo le emozioni da un buongiorno diverso del mattino, dall’incontrare un amico che non vedevamo da tempo, dal concedersi una trasgressione alla nostra dieta, nel guardare la natura che riprende con la primavera, dallo sbocciare di un fiore.

Le cose che emozionano

Molteplici sono gli elementi, le cose – i gesti, una canzone, anche una semplice foto che ci capita in mano – che possono suscitare in noi un’emozione. Emozionarsi può anche portare a piangere. Ma sono lacrime di gioia, che fanno ritornare alla mente un ricordo, una persona, un momento già vissuto.

E ritornando al testo di Mogol, per Emozioni ci si rende conto che le emozioni spesso ci aiutano a superare quei momenti di malinconia, di insoddisfazione, di malessere interno che talvolta ci assalgono.

E il significato della forza delle emozioni può essere racchiuso nella frase “e ricoprire di terra una piantina verde, sperando possa nascere un giorno una rosa rossa”. Cioè, attraverso le emozioni, cercando di volerle sentire, ritrovare gradatamente la gioia del vivere.

E quale stagione migliore per iniziare questo processo dentro di noi, se non la primavera? Le giornate si allungano, tutto riprende a colorarsi e iniziamo a guardare attorno con occhi diversi, pensare che esiste un mondo migliore ma anche pretenderlo.

Perché alla fine non risulteremo solo delle persone migliori, ma anche più forti!

E per questo dobbiamo cercare di trasmettere questo alle nuove generazioni, far capire loro che anche una vita semplice può decisamente essere bella, anzi bellissima: il valore di una conquista, avere un piccolo grande obiettivo, un sogno, o riscoprire la capacità di sognare per tornare a sorridere e dare e ricevere gioia e amore.

Quando le emozioni sono troppe

E poi diamo un senso alle parole amore e amicizia. Non sono parole banali. Un amore non può essere sostituito facilmente se è stato vero. Il giorno dopo non posso amare un’altra persona, potrò riempire un vuoto perché non so vivere da solo ma, se ho amato, troppe sono le emozioni, le vibrazioni che difficilmente si possono dimenticare.

Allora dai, iniziamo a sorridere con gli occhi e sentire che il nostro cuore, il nostro animo, sono diversi e vogliamo vivere alla grande emozionandoci.

E tutto questo può essere riassunto dal breve ringraziamento fatto da Ke Huy Quan quando gli è stato assegnato l’Oscar come miglior attore non protagonista 2023. Con le lacrime che gli bagnavano il viso, l’interprete ha gridato:

“Mia mamma ha 84 anni ed è a casa a guardarmi. Mamma, ho appena vinto un Oscar! La mia carriera iniziò su una barca, ho passato un anno in un campo profughi ed in qualche modo sono arrivato qui. Sul palcoscenico più grande di Hollywood. Si dice che storie così accadano solo nei film. Non riesco a credere che stia accadendo a me. Questo è il sogno americano! I sogni sono qualcosa in cui devi credere. Io ho quasi mollato i miei. A tutti voi lì fuori, per favore tenete i vostri sogni vivi”.

a cura di Alessandro Resente