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Terremoto: anche Barbie fa la sua parte

Matteo Osso | 14 Dicembre 2016

E’ bello poter raccontare, ogni tanto, di come la catena di solidarietà non conosca battute d’arresto. Sono passati quasi quattro […]

E’ bello poter raccontare, ogni tanto, di come la catena di solidarietà non conosca battute d’arresto.
Sono passati quasi quattro mesi dal quel 24 agosto in cui è iniziato l’incubo per tante migliaia di abitanti del centro Italia, quattro mesi trascorsi tra tende e alloggi d’emergenza, paura e, in ultimo, un inverno inclemente.
Ma il passare del tempo non ha diminuito l’interesse, l’affetto e l’attenzione nei confronti della ricostruzione, primo passo indispensabile per garantire un futuro fatto di lavoro e sicurezza.
E dopo tante iniziative adesso scende in campo lei, la bionda per antonomasia che è certamente senza cervello (è una bambola!), ma che dimostra di avere un grande cuore. In realtà non è più nemmeno così bionda, nè così alta o magra.
Barbie, infatti, dal 2014 si può scegliere in infinite combinazioni di colore, forma fisica, capigliatura e colore degli occhi, perchè Mattel (azienda che dagli anni 50 produce e distribuisce la bambola iconica in tutto il mondo) ha capito molto bene che il segreto per il successo è saper crescere al passo con i tempi.
Brava Barbie, che oggi si fa vestire da 20 talenti della moda – 10 nomi affermati e 10 stelle nascenti- per dare vita ad una serie limitata dai look unici e irripetibili, con dettagli curati in modo maniacale sia negli outfit che nel makeup,  che andrà in vendita su Yoox, e il cui ricavato andrà devoluto al FAI per la ricostruzione dell’Oratorio della Madonna del Sole della frazione di Capodacqua di Arquata del Tronto.
Care mamme e cari papà natali: se i vostri bambini chiedono una Barbie per Natale, voi regalategliene venti! Sarà un investimento per il futuro dei figli vostri (oggi le Barbie da collezione sono vendute a migliaia di euro) ma soprattutto per il futuro di quei bambini che quest’anno una casa dove aspettare l’arrivo di Babbo Natale non ce l’hanno.
Siamo o non siamo tutti più buoni?