Il senso di colpa logora relazioni, rendimento e umore. Assolvere la propria anima è un’abilità che richiede pazienza e tempo. Ma migliora la tua vita. Ce ne parla la principessa Maria Pia Ruspoli nella sua rubrica Bon Ton.

Bon Ton, perdonare sé stessi è un atto d’amore

Perdonarsi non è un atto di debolezza ma un passo concreto verso il benessere quotidiano — e in famiglie dove notizie, pettegolezzi e aspettative corrono veloci, imparare a farlo diventa essenziale. Spesso ci identifichiamo con l’errore: basta una lite, una scelta sbagliata o un giudizio pubblico per sentirsi in colpa a lungo. Ma la colpa prolungata logora relazioni, rendimento e umore; insegnare a
se stessi e ai propri cari a perdonare è un investimento sulla qualità della vita familiare.

Come iniziare?

Primo riconoscere l’errore senza auto-svalutarsi. Ammettere “ho sbagliato” è diverso da “sono un fallimento”. La distinzione aiuta a separare l’atto dall’identità. Secondo: responsabilità più azione. Perdonarsi non significa evitare le conseguenze — vuol dire prenderne atto, riparare dove possibile
e impegnarsi a non ripetere l’errore.

Questo approccio pratico trasforma il senso di colpa in motore di crescita. Nel contesto familiare è utile modellare il comportamento genitori che mostrano auto-
perdono insegnano ai figli a gestire i propri errori senza drammi.

Parlare apertamente di sbagli e soluzioni, usare un linguaggio che valorizzi l’impegno e non stigmatizzi l’errore, aiuta i più giovani a sviluppare resilienza emotiva. Anche il partner può diventare alleato offrire ascolto senza minimizzare né colpevolizzare crea uno spazio sicuro per dirsi “mi perdono”.

Alcune strategie pratiche – Bon Ton

Tenere un diario breve in cui si annota l’errore, cosa si è imparato e un piccolo gesto riparatorio; stabilire un rituale familiare di confronto sereno (anche solo 10 minuti la sera) praticare l’auto compassione con frasi semplici (“Va bene sbagliare, posso fare meglio domani”).

Quando la colpa è intensa, può aiutare parlare con un amico fidato o cercare supporto professionale chiedere aiuto è parte del perdono, non una sconfitta. Infine, attenzione alla pressione sociale e al giudizio mediatico nei circuiti del gossip è facile amplificare la vergogna.

Ridurre l’esposizione a commenti tossici e scegliere fonti di informazione che non alimentino il rimuginio aiuta a rimettere al centro la relazione reale, non l’apparenza. Perdonarsi è un’abilità che si allena richiede pazienza, pratica e piccoli gesti quotidiani. Per una famiglia significa meno rancore, migliori relazioni e un clima emotivo in cui ogni membro può sbagliare senza essere annientato dall’errore. E questo, alla fine, è la migliore eredità che si possa lasciare.

I passaggi fondamentali per iniziare a perdonarsi

Riconoscere l’errore nominarlo senza minimizzarlo né drammatizzarlo.
Separare atto e identità: “Ho sbagliato”, “Sono sbagliato”. Accettare le emozioni: lasciar emergere vergogna, rabbia o tristezza senza giudicarle.

Assumersi la responsabilità: concreta capire cosa è andato storto e cosa dipende da te. Riparare quando possibile: scuse sincere, azioni concrete o correttive. Imparare la lezione: individuare il cambiamento concreto da mettere in pratica.

Praticare l’auto-compassione: parlare a se stessi come a un amico, con frasi gentili e realistiche, stabilire un gesto simbolico un piccolo rituale (scrivere,
bruciare un biglietto, fare una passeggiata) per chiudere il capitolo.

Ridurre il rimuginio

Usare tecniche brevi (respirazione o il time-boxing del pensiero) per interrompere il circolo vizioso. Cercare supporto se serve confidarsi con una persona fidata o un professionista quando la colpa è profonda o persistente.

Separare l’atto dall’identità è cruciale, perché cambia il modo in cui interpreti l’errore e agisci dopo: non sei la somma dei tuoi sbagli, hai commesso uno sbaglio.

Ecco perché conta, in punti rapidi

Riduce la vergogna globale pensare “ho fatto X” è meno distruttivo di “sono X”, che porta a sentimenti di inutilità e isolamento. Facilita la responsabilità efficace: riconoscere l’errore senza auto-condanna permette di valutare obiettivamente cosa correggere, invece di bloccarsi nella difesa o nell’auto-sabotaggio.

Favorisce il cambiamento comportamentale: quando l’errore è separato dall’identità è più probabile progettare azioni concrete per non ripeterlo. Proteggere l’autostima resiliente mantiene intatta la percezione di sé come persona capace di crescita, fondamentale per rialzarsi dopo uno sbaglio. Migliora le relazioni ammettere “ho sbagliato” senza chiedersi “sono una cattiva persona?” rende più autentiche le scuse e facilita il dialogo riparativo. 

Riduce il rischio di pensieri estremi l’identificazione totale con l’errore può alimentare rimuginio, depressione o comportamenti evitanti. Esempio pratico invece di “Sono un pazzo per quello che ho fatto”, pensare “Ho fatto una scelta sbagliata in quella situazione; posso capire perché e fare diversamente” — questo sposta l’attenzione dalla condanna all’azione correttiva.
Il recupero emotivo è fondamentale per la salute mentale perché ristabilisce equilibrio biologico, cognitivo e relazionale dopo stress o eventi negativi.

I motivi, in punti chiave

Ripristina risorse psicofisiologiche: riduce iperattivazione (ansia, stress), normalizza sonno e appetito, e abbassa il carico allostatico sul corpo.
Previene il cumulo di stress: evita che emozioni negative si accumulino e diventino croniche, riducendo il rischio di esaurimento, ansia prolungata o depressione.

Favorisce la regolazione emotiva: aiuta a processare e integrare le emozioni, migliorando la capacità di gestire future difficoltà senza reagire in modo impulsivo. Promuove il pensiero chiaro e decisioni efficaci: quando si è meno sovraccarichi emotivamente, si ragiona meglio e si agisce in modo più
funzionale. 

Sostiene le relazioni sane: recuperare permette di comunicare in modo non difensivo, chiedere supporto e riparare conflitti invece di isolarvisi. Facilita l’apprendimento e la crescita: elaborare un evento negativo trasforma l’esperienza in lezione utile, aumentando resilienza.

Questi piccoli accorgimenti trasformano conflitti in opportunità di crescita. Il perdono è un regalo che si fa a se stessi. In sintesi, saper perdonare è una delle abilita più potenti per la propria salute mentale, permettendo di ritrovare pace e di costruire un futuro migliore.

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