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Siamo stati alle loro nozze-Andrea Delogu e Francesco Montanari: questo folle sentimento

Matteo Osso | 27 Giugno 2016

Sono la coppia perfetta: belli, giovani, camminano allegramente a testa alta sul sentiero del successo, follemente innamorati l’una dell’altro e […]

Sono la coppia perfetta: belli, giovani, camminano allegramente a testa alta sul sentiero del successo, follemente innamorati l’una dell’altro e  -insieme- del mondo.
Sulla carta, detta così, possono sembrare talmente fastidiosamente perfetti da avere voglia di prenderli a schiaffi, invece no. Se li conosci va a finire che ti innamori anche tu -senza sapere bene perché- e loro sorridendo ti danno il benvenuto nella loro vita distratta e scanzonata come se ti avessero aspettato da sempre.
Ecco perché sabato 25 giugno nella splendida tenuta di Borgo Boncompagni Ludovisi, alle porte di Roma, c’erano proprio tutti. Ecco perché tutti si sono divertiti e commossi, mescolandosi in una festa senza tavoli assegnati e senza dress code impacchettati, come un uno di quei film che guardi con la voglia che non finisca mai.
E c’era anche il sottoscritto. Pronto a fissare nella memoria e raccontare ogni fotogramma di questa festa in cui tutto è stato imprevedibile ma comico, romantico ma divertente, patinato ma goffo, voluto ma casuale.
Andiamo per ordine: per molti di questi personaggi la tentazione di trasformare anche il giorno del matrimonio in un fatto di PR lavorative è praticamente irresistibile. Ecco che compaiono incredibili e salatissime esclusive con i giornali, sponsor paganti per la qualunque vettovaglia, liste di invitati chilometriche e spesso frutto di una strategia degna dell’FBI, studiata a tavolino con manager e consulenti.
Non era questo il caso: gli invitati erano quelli veri, non pochi, non troppi. Tanti amici di una vita, tanti pezzi di paesi diversi e storie diverse, anche tanti nomi conosciuti.
Da Primo Reggiani inseparabile dalla sua Costanza Caracciolo a Giuliano Sangiorgi,  e poi  Marco Bocci -tenerissimo papà che gioca a nascondersi dietro i cespugli per farsi scoprire dal piccolo Enea- accompagnato da Laura Chiatti, prossimamente di nuovo mamma, bellissima in un colorato abito che sottolinea ed esalta l’imminente arrivo del secondogenito. La dj Ema Stoccolma, grandissima amica, compagna di lavoro, di avventure e testimone della sposa, per non parlare di Pierfranscesco Favino, innamoratissimo della sua Anna dalla quale era incapace di separarsi anche solo per un minuto e con la quale si è prodotto in vortice di danze a mo’ di  footloose che hanno lasciato tutti a bocca aperta.
Ma il pezzo forte lo hanno messo in scena gli sposi: raccolti gli invitati nella piccola, caldissima cappella della tenuta si sono scambiati le promesse. E fin qui tutto bene. Ma non si sono accontentati di una liturgia tradizionale. No: Francesco ha ridotto in lacrime l’intero esercito di parenti e amici, raccontando con una voce più volte rotta dall’emozione e da profondi sospiri alla ricerca di una compostezza ormai perduta come il loro amore sia nato e si sia alimentato delle piccole cose di tutti i giorni. E qua tutti stesi, romantici e non, travolti da questo ragazzo dallo sguardo lucido e intimidito, sopraffatto dall’emozione di vedere diventare reale ciò che ha tante volte sognato. E poi arriva lei, animale da palcoscenico, romagnola testa e di cuore, matta vera e come tutti i matti incapace di mentire o di fingere. E dice le sue di promesse, compila una lista puntuale di ciò che anche per lei ha significato giungere al punto di indossare un abito bianco -semplice e raffinato- ed essere lì in quella chiesa con tutta la sua gente. Poteva finire così? Ovviamente  no: sul più bello, nel vortice delle promesse, attacca T’appartengo, l’unico (e antico) successo musicale di Ambra Angiolini, e nel giro di ritornello “t’appartengo e io ci tengo e se prometto poi mantengo” entrano scatenate un gruppo di amiche che dal fondo della chiesa compongono un coro in perfettamente in bilico tra la Schola Cantorum e il karaoke.
Se non è genio questo…
Non vi racconterò della festa, degli abiti, del giardino e del cibo. Era tutto perfetto anche nelle imperfezioni. Ai miei e amici Andrea a Francesco auguro di non cambiare mai. Rimanete per sempre autentici, affettuosi, indaffarati, scemi, ma soprattutto innamorati.
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