Angelo Pisano di Uomini e donne over: il tragico passato fi violenza

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Angelo Pisano di Uomini e donne over racconta il suo passato tragico e pieno di violenza

Debora Parigi | 4 Maggio 2018

Uomini e donne

Angelo Pisano di Uomini e donne over ha un passato davvero oscuro e lo racconta parlando della violenza subita e […]

Angelo Pisano di Uomini e donne over ha un passato davvero oscuro e lo racconta parlando della violenza subita e dei problemi famigliari. Poi si esprime anche su Anna Tedesco.

Bello, elegante e dalla faccia pulita, Angelo Pisano di Uomini e donne over è nel programma di Maria De Filippi per trovare l’amore, per trovare una donna che lo metta al primo posto, dato che in passato non è stato così per lui. E quando si racconta al magazine di Uomini e donne, non intende che nelle precedenti relazioni d’amore sia sempre stato messo da parte. Angelo si riferisce alla sua famiglia. Il trentanovenne, infatti, ha un trascorso davvero brutto e burrascoso che ha inizio sin da bambino, quando cioè non ha ricevuto il vero e proprio affetto che i genitori dovrebbero dare al propio figlio.

Vengo dalla classica famiglia meridionale. Mio padre non c’è più da qualche anno, mia madre insegna a Milano e ho un fratello maggiore disabile e due sorelle più piccole di me. Ho dovuto sempre combattere per essere voluto bene, anche dai miei genitori. Dopo la morte di mio padre i rapporti famigliari si sono complicati ed è brutto pensare o meglio, avere la certezza, che ci sono figli di serie A e figli di serie B. Il bene dovrebbe essere dato a tutti nello stesso modo. Nella mia famiglia non è mai stato così, le figlie femmine hanno sempre catalizzato tutte le attenzioni. Caratterialmente ho un grande difetto, non riesco a stare zitto, anche se per il quieto vivere, a volte, bisognerebbe farlo. Prendo sempre posizione e questo innesca le liti famigliari. Provengo da una famiglia benestante.

Riguardo il padre racconta il grandi problemi…

Il mio bisnonno ha fondato, alla fine dell’Ottocento, un’azienda di calzature, poi lasciata a mio nonno che è venuto a mancare quando mio padre aveva solo 11 anni. Una volta rimasto orfano, mio padre ha sofferto molto e ha riprodotto nei miei confronti metodi educativi che mi hanno allontanato da lui. Mia ha sempre vissuto in maniera competitiva, ha sempre avuto paura che lo potessi offuscare. Per 15 anni non ci siamo frequentati. Con lui non si poteva ragionare.

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