Gina Lollobrigida

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A casa di Gina Lollobrigida: ecco come lavora una diva! Guarda il video

Francesco Fredella | 31 Luglio 2017

Gina Lollobrigida

Un cancello altissimo e, una volta aperto, davanti a me un giardino immenso pieno di statue. Il posto è tra […]

Un cancello altissimo e, una volta aperto, davanti a me un giardino immenso pieno di statue. Il posto è tra i più suggestivi di Roma: ci troviamo sull’Appia Antica. Qui, nella villa di Gina Lollobrigida (super controllata da sistemi di videosorveglianza di ultima generazione) si respira l’aria della Dolce vita in ogni angolo. Appena varco l’ingresso la Lollobrigida mi accoglie mostrandomi il giardino con grandi platani, erba e siepi. Trascorriamo lì un po’ di tempo insieme prima di entrare in casa. Lei mi inizia a raccontare delle star che hanno varcato il cancello d’ingresso. Deduco che ne sono state tantissime. In questa casa le feste, per la voglia di vivere che ha sempre contraddistinto l’attrice, non sono mancate. Pensate che nel 1957 la Lollobrigida organizza un mega party per brindare al suo ritorno sulle scene con il film Anna Brooklyn. Tra gli interpreti c’è anche Vittorio De Sica, che in quegli anni frequenta spesso la villa sull’Appia.

E’ questo lo scrigno della diva che custodisce i segreti più belli della Dolce Vita, di cui è stata protagonista indiscussa. La Gina nazionale vive da oltre cinquant’anni in questo posto. Nella sua grande villa c’è tutta la sua vita, la sua arte e il suo talento. Qui si è reinventata come artista, lasciando il cinema che non la soddisfaceva più per dedicarsi alla scultura e ai disegni. E’ qui che ancora oggi, a novant’anni, trova l’ispirazione come cinquant’anni fa. E’qui che trascorre molto tempo con i suoi sei cani. In questa villa è cresciuto anche suo figlio Milko Andrea (si chiama proprio come l’ex marito della Lollobrigida: il medico sloveno Milko Skofic) ed è qui che ha vissuto anche suo nipote Dimitri, nato nel 1994 dal matrimonio tra Milko e la giornalista Maria Grazia Fantasia. Da diversi mesi, dopo essere scaduto il contratto di comodato d’uso gratuito con la Vissi d’arte, società dell’attrice, Dimitri è stato sfrattato dalla depandance.

La Lollo ci racconta che ogni singolo mattone di questa casa, ogni pezzo d’intonaco ed ogni arredo è stato acquistato con il sudore del suo lavoro di attrice nella lunga carriera. E, avendola conosciuta, non possiamo darle torto.

Torniamo alla casa. L’abbiamo girata in lungo e in largo insieme alla Lollobrigida. Ci sono opere d’arte ovunque, lunghe tende, quadri ad olio con cornici barocche, grandissime finestre che la rendono molto luminosa, tappeti, lampadari di cristallo e divani di velluto dove sprofondare è un gioco da ragazzi. Lei cammina come una ragazzina da una stanza all’altra e ci porta in una sorta di stanza museo. Che somiglia molto ad una piccola galleria d’arte. E’ l’unico posto dove predomina il bianco come colore. Qui ci sono alcune delle sue settanta statue che ha realizzato a Pietrasanta, in Toscana. Al muro di un’altra stanza con il pavimento stile mosaico anni Cinquanta ci sono i suoi disegni realizzati col carboncino. Il tavolo è enorme, pieno di libri. C’è anche Italia Mia, il primo libro fotografico che ha conferito alla Lollobrigida anche il ruolo di reporter con la macchina fotografica. A proposito: in un’altra stanza della villa ce ne sono varie posizionate sui cavalletti. Sono le più tecnologiche. E lei sa usarle proprio come le vecchie Nikon a pellicola. Mi racconta che un tempo dedicava persino uno spazio della sua casa alla “camera oscura” per sviluppare i negativi delle fotografie, che sono la sa più grande passione. Il racconto della sua vita, insieme ai più grandi del pianeta, è tutto immortalato in un’altra stanza dove le pareti sono piene, dal basso verso l’alto, di fotografie in bianco e nero incorniciate. C’è Gina con Papa Giovanni Paolo II, Giovanni XXIII, Pio IX. Ci sono Andreotti Cossiga, Regan, Amstrong, Sordi, Modugno. Ci sono tutti e servirebbero pagine su pagine per elencarli. Per fare prima possiamo dire che c’è la vita di una star, che ha girato il mondo per film e festival, scandita da tanti scatti.

Gina è una donna che va come un treno: legge di tutto. Così, noto su una scrivana una mazzetta di giornali sia quotidiani, sia riviste. Non mancano quelle di cronaca rosa e tra queste ci fa piacere che ci sia anche Novella2000. In un cassetto,invece, conserva le più belle copertine che hanno parato di lei: dal Times, al Sun. Dalle riviste italiane a quelle francesi. Gina è ordinata e attenta, conserva tutto. Controlla le spese e spegne le luci quando esce da una stanza per non sprecare inutilmente energia. Poi annota tutto su una rubrica. Mi racconta che fa da sempre i conti a mano pur sapendo usare la calcolatrice. La sua energia è formidabile. Di recente ha preso il primo posto tra le dieci attrici più pagate al mondo nel 2017 sulla rivista People With Money con un fatturato stimato di 75 milioni dollari nel 2016. Non vogliamo farle i conti in tasca, ma sappiamo che è sempre stata una buona investitrice ed ha fatto fruttare i suoi guadagni acquistando case e titoli azionari.

Infine, il secondo piano della casa: una grande stanza da letto con quadri e tende elegantissime ed un guardaroba unico. Lei ci rivela che di vestiti ne ha tantissimi e conserva ancora qualche abito di scena degli anni dei film in giro per il mondo. Sono tutti disegnati d lei, molto di pizzo e tutti lunghi fino ai piedi. «Non vi posso nascondere che adoro i vestiti. Me li sono sempre disegnati personalmente perché so cucire e tagliare le stoffe. Pur avendomi fatto confezionare abiti da sarti italiani e francesi, ho sempre voluto metterci qualcosa di mio per personalizzarli. Amo scegliere i tessuti. Ad esempio in Giappone me ne hanno regalato uno simile molto particola, quasi simile ad un tappeto. Beh, non mi ha spaventato: sono riuscita a farci un cappotto», ci racconta.

Le chiediamo: conserva tutti gli abiti della sua carriera? Lei dice: «Alcuni degli anni Sessanta ce li ho ancora. E sono sempre bellissimi. Mi ricordo che persino sui set quando mancava un vestito di scena mi chiedevano all’ultimo minuto di fare un miracolo: disegnarlo».

 

Il suo stile nel corso degli anni è sempre stato sorprendente ed unico. Gina ha dato lavoro anche a tanti cronisti che l’hanno seguita ovunque cercando di raccontare qualche suo vezzo strappando una dichiarazione. Sulle copertine è finita molto spesso.

 

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