Gabriele Lazzaro, ex attore di Vivere, svela retroscena su Varrese (ESCLUSIVO)

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Gabriele Lazzaro, ex attore di Vivere, svela retroscena su Varrese (ESCLUSIVO)

Andrea Sanna | 16 Ottobre 2023

Grande Fratello

In un’intervista esclusiva a Novella 2000, l’ex attore di Vivere Gabriele Lazzaro svela dei retroscena su Varrese e difende Beatrice

Le parole di Gabriele Lazzaro a Novella2000.it

Attore e regista, pluripremiato per i suoi lavori a tema sociale al Festival dei Tulipani di Seta Nera, Gabriele Lazzaro ha fatto il suo debutto in TV a 18 anni con Vivere (all’epoca utilizzava il nome d’arte di Gabriele Mirò). Qui interpretava Paolo, il barman della locanda gestita dalla famiglia di Eva Bonelli, personaggio a cui prestava il volto Beatrice Luzzi, oggi grande protagonista del GF.

In questi giorni Gabriele si è speso per prendere le difese dell’amica Beatrice Luzzi e ha riservato delle critiche a Massimiliano Varrese, con il quale avrebbe dei conti in sospeso. Novella2000.it l’ha intercettato per porgergli qualche domanda…

Lei e Beatrice Luzzi vi siete conosciuti sul set di Vivere. Che esperienza è stata?

Ha rappresentato il mio debutto in TV. Con Beatrice non ci siamo mai incrociati sul set. L’amicizia è nata dopo le nostre rispettive uscite di scena dalla soap.

Qual è il vostro legame oggi?

Ci vogliamo tanto bene. Nell’ambiente è raro che si instaurino rapporti di amicizia così autentici. Recentemente mi è stata accanto in un momento difficile, con cura e amore.

Al GF Beatrice è spesso al centro di diverbi con gli altri inquilini. Che ne pensa?

È diretta e sincera. Per chi la conosce in superficie può sembrare spigolosa. In realtà è la garanzia di un abbraccio vero, che non tradisce e se promette mantiene. È un privilegio averla accanto.

Uno dei principali antagonisti di Beatrice è Varrese. Sui social ha detto di aver avvertito la sua amica. Perché?

Con lui ho avuto screzi piuttosto accesi in passato, per via di incompatibilità caratteriali. Conoscendo Bea sapevo si sarebbero scontrati. A Napoli si dice “Lloco te voglio, zuoppo, a ‘sta sagliuta”, cioè “mo ti voglio, zoppo, ad affrontare questa salita!”.

Nelle scorse ore Massimiliano ha chiesto a Beatrice di trovare un punto d’incontro. Forse si avvicina una tregua?

I giochi sono scoperti, Bea è il personaggio più forte quest’anno. Forse meglio averla come amica che come nemica?

Nella foto Gabriele Lazzaro - PH- Luca Scarabottini
Nella foto Gabriele Lazzaro – PH: Luca Scarabottini

Lei e Massimiliano vi conoscete per un progetto al quale avreste dovuto lavorare, ma le cose sono andate diversamente. Come mai?

Avremmo dovuto firmare assieme la regia di “Soror”, corto fantasy sul senso del perdono, che poi ho diretto da solo. Volevo coinvolgerlo perché sapevo del suo legame con la spiritualità e il tema della crescita personale. Per settimane abbiamo scritto la sceneggiatura a quattro mani, poi i problemi.

Cioè?

Inizialmente per la produzione del corto c’eravamo affidati al crowdfunding. Poi la mia carissima amica giornalista Didi Leoni ha deciso di coprire il budget necessario per la realizzazione del film attraverso la sua casa di produzione, la Sarabi Productions. È stato I’inizio della fine.

Cosa non ha funzionato?

Problemi nati per il rapporto con la casa di produzione. Gli scontri hanno avuto origine nella metodologia con cui Varrese avrebbe voluto affrontare il set. Idee che andavano contro le logiche produttive e che, dal mio punto di vista, non tenevano conto delle carriere delle attrici protagoniste (Daniela Giordano, Mariella Valentini, Giorgia Trasselli ed Elisabetta De Palo ndr) e dell’umiltà con cui ci si deve porre di fronte a vere Signore dello spettacolo italiano.

Per questo ha estromesso Varrese dal progetto?

Cast e casa di produzione avevano deciso di partecipare al film in nome dell’amicizia nei miei riguardi. Con Varrese poi non ho proseguito la collaborazione. Tutto per preservare le professioniste coinvolte da atteggiamenti e temperamenti che oggi mi ricordano molto quelli subiti da Beatrice al GF.

Entrerebbe nella Casa del GF per un confronto con Massimiliano Varrese se glielo chiedessero?

Non pensavo di scatenare tutto questo. Volevo difendere un’amica. L’avrei fatto a prescindere. Se mi chiamassero entrerei per Bea e le donne indignate dai comportamenti di Varrese.

E con Massimiliano?

Con lui sarebbe scontro. L’ho sentito dire “ho una figlia a casa che mi guarda”. Dovrebbe tenerlo a mente. È un momento storico drammatico, dove si parla di violenza di genere, di abuso psicologico. Con le mie regie mi batto per questo e mi confronto con associazioni legate al tema e con vittime del maschilismo. Queste storie mi hanno insegnato che è violenza anche l’ingiuria, come l’essere continuamente apostrofati in modo lesivo e offensivo. Educare al rispetto è un dovere trasversale. Un uomo, specie uno che ha fatto dei sentimenti e delle emozioni un mestiere, non può permettersi di dimenticarlo.

Gabriele Lazzaro - PH- Luca Scarabottini
Gabriele Lazzaro – PH: Luca Scarabottini

Pensa che un ipotetico confronto con Varrese possa portare a un chiarimento?

Lo escludo. Non ci parliamo dall’epoca dei fatti e non abbiamo mai chiarito. A suo tempo, a poche ore dall’ultimo scontro telefonico avuto, aveva messo un post parlando di ingratitudine, di “perle ai porci”, dicendo che “chi semina vento raccoglie tempesta”. Altro che film sul perdono…

Se le proponessero di restare in Casa da concorrente?

La combo “Bea e io” potrebbe dare del filo da torcere a Varrese… e non solo.

Circa il faccia a faccia tra Beatrice e Jane Alexander, chi fra le due è uscita vincitrice?

Me lo chiede? Beatrice. Sono intervenuto contro le dichiarazioni di Adriana Volpe, che ho trovato fuori luogo. Il tutto finalizzato a mettere in discussione la veridicità delle parole di Bea circa il suo addio a “Vivere”.

Com’è andata quindi?

Ero nel cast, ho cognizione di causa e so quello che dico. Confermo che ha scelto di sua iniziativa di lasciare la soap, stanca dell’energia che le lasciava addosso un personaggio forte e discutibile come quello di Eva. Un personaggio “cattivo” ma in costume (come Lucrezia in “Elisa di Rivombrosa”, ndr) sarebbe stato sicuramente meno compromettente per Bea, perché storicamente meno legato alla realtà.

Che mi dice della simpatia tra Beatrice e Giuseppe? Crede sia tutto un gioco?

Beatrice non giocherebbe mai su questo, ha due figli e un profondo rispetto per il suo ruolo di madre. Credo che si sia lasciata accogliere da una delle persone più pure della Casa e questo abbia lasciato il campo alla tenerezza.