Fabrizio Zampetti ci porta alla scoperta di una delle ville più suggestive incastonata nel cuore di Milano e dispensa dritte sull’uso della pochette.

Sono a Milano, in piazzale Libia, a un passo da Porta Romana e la Rotonda della Besana, un quartiere storico, zona di mostre e di palazzi, di grandi intellettuali. Qui hanno abitato artisti unici e liberi come Dario Fo e il grande fotografo Bob Krieger. Ed ecco una villa per sognare: nessuno in città vive in una villa, perché non immaginare di farlo. I sogni non costano nulla.

Una vera villa, una “casa di grande charme” come si legge negli annunci precompilati. Una proprietà importante, parliamo di 500 metri quadrati e passa, roba per gente che può. O per gente che sogna come noi.

È la casa per chi cerca prestigio in un contesto che fa della riservatezza e della tranquillità due pilastri di vita irrinunciabili. Parliamo di una casa con un giardino che la circonda, più di duecento metri quadrati di verde compresi i posti auto, in un zona dove i parcheggi sono un miraggio. E c’è anche un box, immaginiamo per tenere al coperto un’auto di grande fascino. C’è perfino una preziosa veranda con tetto.

Una caratteristica di sicuro interesse è rappresentata inoltre dall’ottima esposizione e dalle numerose vetrate che permettono grande luminosità in tutte le zone. Entriamo.

Gli interni della villa

Al piano terra un salone quadruplo, sala da pranzo indipendente con camino e una cucina abitabile. Al piano interrato una meravigliosa cantina con vini a vista. Camera per gli ospiti con bagno, lavanderia e taverna.

Un’elegante scala di marmo conduce alla zona notte, dove troveremo cabine armadio, tre camere da letto, servizi e un salottino.

(c) Novella 2000 n. 26 – 17 Giugno 2020

Una delle tre camere da letto è indipendente con zona studio e balconcino privato. Di particolare pregio i parquet realizzati in tre diverse geometrie (a correre, a spina e a mosaico) oltre ai dettagli in marmo che arricchiscono scale, cucina e ambienti dedicati ai servizi.

Vuoi sognare? Eccoti accontentato.

A proposito della pochette

Occhio a non esagerare, se decidi come me di portare la pochette, ossia il fazzoletto da taschino. Mai giocare con colori esagerati, mai della stessa fantasia della cravatta, mai troppo stirate e mai stropicciate.

La pochette è un dettaglio che rende leggero anche il più classico dei completi. Va preso il fazzoletto dal centro, con le quattro punte all’opposto, piegato quindi in due e riporlo nella poche (la tasca in francese, da qui il nome pochette) come se fosse un fiore e a cinque petali.

Così lo metteva Luchino Visconti, glielo aveva insegnato suo padre, e prima ancor suo nonno, per generazioni. Alberto Sordi la imbeveva di eau de Caronne, e quando si sentiva accaldato si asciugava la fronte ed emanava il suo profumo, ma soprattutto il suo carisma.

a cura di Fabrizio Zampetti