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Leonardo DiCaprio dichiara guerra… al manzo

Matteo Osso | 8 Luglio 2016

Leonardo DiCaprio

Il buon Leonardo DiCaprio non trova pace: dopo essere finalmente riuscito a conquistare l’Oscar ed essersi esibito sul palco in […]

Il buon Leonardo DiCaprio non trova pace: dopo essere finalmente riuscito a conquistare l’Oscar ed essersi esibito sul palco in un discorso apertamente schierato in favore delle cause ambientaliste, ha annunciato la sua partecipazione all’evento per il 50esimo anniversario di Rss, il gruppo di religione Hindu che promuove la lotta per l’eliminazione del manzo.

La tentazione di lasciarsi andare a facili battute sulla forma fisica di Leo, che a fasi alterne è ora più ora meno manzo, è forte ma non irresistibile. E del resto, insieme alla star di Hollywood, si sono schierati anche il patron di Virgin, Sir Richard Branson e il produttore inglese David Attenborough, tutti con lo scopo di ottenere l’eliminazione della carne di manzo dai menu.

Ma le considerazioni che si aprono sono molteplici. La prima è a proposito del motivo per cui la carne dovrebbe essere eliminata: secondo il gruppo Rss è una questione religiosa, rispettabilissima, ma tutt’altro che legata a questioni di salute. Per l’attore e i suoi amici la questione invece è squisitamente salutista, avendo sposato la teoria, su cui ci sono pareri discordi, che mangiare carne possa essere dannoso per la salute. La terza questione la poniamo noi, e si chiama libertà. Se da un lato le istanze di ambientalisti e animalisti sono spesso fondate e condivisibili, non esiste un territorio sul quale ciascuno deve avere il diritto di scegliere cosa come e quando mangiare? Certo, se una star mondiale sposa una causa è molto probabile che se ne parli diffusamente e forse che si possano esaminare i termini della questione in modo da stabilire, se c’è, una verità.

Non dimentichiamo però che le tanto amate star alle volte nascondono delle brucianti contraddizioni: sono ancora nell’aria i rombi e le scie dei jet privati che accompagnarono il bel DiCaprio su e giù per l’oceano Atlantico per consentirgli di partecipare a questo e a quell’evento in tempi da record. E i jet privati bruciano carburante, consumano pneumatici utilizzano olii, acidi per le batterie e gas per i condizionatori. Il giorno che un predicatore arriverà dagli Stati Uniti a bordo di una zattera spinta a remi è lontano, ma quello sarà il momento in cui potrà fare i conti nel piatto alla gente comune.

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