Luca Fiocca: vi racconto come ho conquistato la mia principessa
Luca Fiocca racconta quali “strategie” ha messo in atto per conquistare la compagna: Clemy oggi è sua moglie!
Bisognerebbe trattare una principessa come se fosse una collaboratrice domestica, e una collaboratrice domestica come una principessa. Maestro Pier docet!
Ero single a quei tempi, e che tempi. Erano i magnifici anni in cui l’Italia deteneva il record di essere la nazione con il più alto tenore di vita al mondo. Un conoscente mi aveva suggerito di provare una trattoria frequentata da camionisti, in quanto a suo dire si mangiava molto bene. Ovviamente un posto spartano, con tovaglie di carta e muscoli tatuati a gogò in ogni angolo della sala.
In realtà avevo deciso di mettere in pratica la regola più complicata e allo stesso tempo più originale di Maestro Pier, ma mi sentivo oramai abbastanza maturo e pronto per riuscire nell’ardua impresa.
Chi ci portai quindi? Manco a farlo apposta, la figlia di un vero principe, una donna di una eleganza disarmante, colta e intelligente quanto basta per osare quello che all’apparenza poteva sembrare una missione impossibile.
Era una donna molto riservata, e non amava la mondanità. Preferiva magari leggere un buon libro in compagnia dei suoi due levrieri persiani, Alì e Aisha, fatti giungere giustapposta dalla Persia, e discendenti dal campione del mondo Shiraz California Dreamin. Sapete com’è… i nobili sono persone un po’ strane e originali.
Lei è una Caracciolo di Marano e Torre d’Isola. Spesso mi raccontava di alcune serate a cui partecipava in gioventù a Villa Frescot, sulla collina torinese. Le definiva monotone. Pensate voi! Si parlava di atolli, di tenute, di storie di caccia, di jet privati. Tra gli invitati ministri, industriali, armatori. E poi quelle colazioni in cui si mangiavano sempre le stesse libagioni: selvaggina proveniente dalle battute di caccia, pietanze a base di tartufi, strane zuppe, etc…
Clemy quel giorno era raggiante, illuminata da una luce che le veniva dal suo essere perfetta ai miei occhi, una donna dalla classe sconfinata, che sembrava emanare una energia che la rendeva irraggiungibile. Ma non per un maestro di seduzione qual io ero a quei tempi!
Un’esperienza intensa ed emozionante
Fu una cena fugace, uova sode con alicetta e vino rosso della casa, che raspava il palato. Clemy non si scompose, il suo sangue blu non cambiò minimamente tonalità, nemmeno per un attimo, ma credo che i suoi illustri antenati ancora oggi non stiano trovando pace, nelle loro eleganti tombe.
Io invece mi sentivo completamente a mio agio, sciorinando rimembranze universitarie e cercando di tenerle testa. Ma ahimè invano, in quanto divorando lei un libro a settimana, vi assicuro che non era poi così scontato risultare ai suoi occhi dei perfetti somari.
Credo addirittura si divertisse ad osservare gli avventori della trattoria, che facevano invidia agli scaricatori di porto per quanto erano truci e virili.
Infatti continuava a sorridere, e più sorrideva e più mi rendevo conto quanto Maestro Pier fosse un mito, o meglio un pozzo di saggezza.
La conquistai perché mi disse che una esperienza così intensa ed allo stesso tempo emozionante non le era mai capitata in vita sua, nemmeno durante gli innumerevoli viaggi in giro per il mondo.
Quella sera, come innumerevoli altre sere, le stelle stettero a guardare, e una luna opalina illuminò gli occhi di due innamorati nell’estate della loro bellezza.
a cura di Luca Fiocca