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Bud Spencer, ad un anno dalla morte ecco cosa vogliono fare a Napoli

Francesco Fredella | 27 Giugno 2017

Bud Spencer, il gigante buono del cinema italiano, è morto esattamente un anno fa. Napoli, sua città d’origine, vuole intitolargli […]

Bud Spencer, il gigante buono del cinema italiano, è morto esattamente un anno fa. Napoli, sua città d’origine, vuole intitolargli una strada. L’iniziativa è partita da Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale campano per i Verdi, che ha pubblicato su Facebook un video tributo. “Ma non eri andato via? Ma se sono vent’anni che sono qua”, dice nel video un omone grande quanto Carlo Pedersoli, come si chiamava per davvero l’attore all’anagrafe che è stato da giovane un campione di nuoto inimitabile.

Non solo l’Italia lo ricorda. In Germania è pronta l’uscita di un francobollo dedicato a lui ed è in lavorazione un videogame su Trinità, il film che lo ha visto protagonista. Bud Spencer è sempre stato campione ai botteghini e ad un anno dalla sua morte i film, con il mitico Terence Hill, continuano ad essere un must.

«Devo dire che è stata una persona assolutamente straordinaria, un uomo buono, gentile e lo si vedeva già dai suoi occhi…Era famoso in Spagna, in Francia, in Germania, ovunque lui ha lasciato un grosso segno. Addirittura Quentin Tarantino lo ha pianto e ha detto che è stato veramente un grande anche per quanto riguarda la sua carriera…  E quello che commuove di più è che, nonostante la ricchezza, è sempre stato fedele a sua moglie che aveva conosciuto quand’era ragazzo  e che assolutamente non ha mai lasciato e credo neanche mai tradito», aveva raccontato Roberto Alessi un anno fa commentando una copertina di Visto dedicata a Bud Spencer.

Tutte lo amavano, ma lui ha amato solo una donna, sua moglie che di cognome fa proprio Amato, Maria Amato, figlia di un produttore cinematografico. Due figli, Giuseppe e Christiana. Di sua moglie Bud ci aveva detto: «Maria mi ha salvato la vita nel 2014: ha capito che qualcosa non andava e mi ha costretto ad andare dal medico. In 15 minuti avevo perso più di tre litri di sangue e ancora mi sto riprendendo. Cammino male, fatico a parlare. Mi ha salvato. La chiamo il mio carro armato. Ma è stata una bella botta».

«Non è il marito che ti porta a cena e ti regala rose. Anche il nostro viaggio di nozze è durato tre giorni». Ma mai tradita: «Non ho avuto donne rivali, ma motori: Impazzisce per i motori. Abbiamo avuto anche un rimorchiatore: amava andare in cantiere, la puzza delle officine gli sembrava nettare», aveva raccontato la signora Maria quando l’abbiamo incontrata diversi anni fa.

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