La settimana della moda, sicuramente, è uno degli appuntamenti più attesi. A Milano sfilate e party “modaioli” non sono mancati nemmeno quest’anno.
Tra nuove tendenze e must, Giorgio Armani si è detto disposto a vestire Melania Trump, nuova first lady americana. Lei, tra l’altro, ha un passato da modella e conosce molto bene gli ambienti milanesi.
«Di mestiere cerco di vestire le belle donne e lei lo è», ha detto Armani. Quanto al nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Tump, il famoso stilista ha detto di averlo trovato migliorato. «Ha meno ciuffone e un modo di porgersi meno enfatizzato, più discreto».
Armani, che ha occupato l’intera giornata di martedì oltre alla chiusura della settimana con una sfilata di 3 giovani talenti, ha parlato anche della sua Milano (per la quale ha fatto molto in termini economici). «Sta vivendo un momento di grande fermento estetico e culturale, del quale la moda è parte attiva. Per questo ho deciso di ampliare e strutturare la mia iniziativa a favore dei designer di maggior talento, per creare una giornata unica e stimolante nel calendario. Mi piaceva l’idea di offrire la possibilità a più brand di presentare il proprio lavoro, lasciando che siano semplicemente gli abiti a parlare senza avvalersi di particolari allestimenti», ha rivelato lo stilista.
La settimana della Moda ha riservato anche grandi sorprese per il 2017: il debutto di Alessandro Sartori, nuovo stilista di Zegna, le collezioni di Andrea Pompilio e la sfilata di Ports. Ben 37 sfilate e circa 13 mila imprese presenti.
La Moda milanese contribuisce da anni allo sviluppo della città di Milano, che ha nel panorama internazionale ha un’immagine molto forte. Cristina Tajani, Assessore alle Politiche del Lavoro e Attività Produttive della città lombarda, ha elencato questi numeri: «Oltre 1400 aziende, 2.800 buyer e 6.100 giornalisti arrivano a Milano da tutto il mondo per le settimane della Moda. Nel 2016 si è trattato di un fatturato complessivo dell’intero comparto moda Italia di 52,9 miliardi di euro».
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