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La confessione di Maria De Filippi

Maura Messina | 3 Agosto 2016

Maria de Filippi

Maria De Filippi, la regina di Mediaset, ha raccontato alcuni dettagli della sua carriera al giornale Oggi. Una vita piena […]

Maria De Filippi, la regina di Mediaset, ha raccontato alcuni dettagli della sua carriera al giornale Oggi.

Una vita piena di successi, sia a livello lavorativo che professionale, ma anche di bastonate e momento dolorosi come la morte della madre… In particolare, Maria ha raccontato di quando ha ricevuto una mega offerta di lavoro…

Ecco le sue parole:

«HO DETTO  NO A 180 MILIONI DI EURO» (…) «Abbiamo parlato con i responsabili di Discovery della possibilità di avere un intero canale a disposizione: 180 milioni, una cifra esorbitante, non erano certo per me, ma per l’intera operazione»,(…) «Per una programmazione 24 ore su 24 per tre anni non sono poi così tanti, considerando che si trattava di una rete “in chiaro” che doveva competere nel panorama televisivo. Da un lato è stata una grossa gratificazione, dall’altra avevo anche la paura di non essere all’altezza. Non si tratta solo di condurre o produrre per altri ma di creare un vero palinsesto e bisogna avere competenze anche nel marketing. Ho avuto l’impressione che si trattasse di un altro lavoro e ho pensato fosse il caso di continuare il mio».

Il suo attuale lavoro prevede che lei sia al tempo stesso: conduttrice, produttrice autrice, ecco cosa ha raccontato in merito:

«È una questione di organizzazione, ma ho anche la fortuna di avere le persone giuste nei posti giusti. A differenza di quanto si può pensare, sono una che delega…  Con me lavorano quasi 180 persone, e sono tutte importanti… Ho iniziato a produrre perché ho una struttura importante. Sabina Gregoretti è a capo di tutte le produzioni. E per tutti i programmi c’è un lavoro di squadra fatto da oltre 15 persone che collaborano con me e di cui mi fido completamente».

Maria De Filippi, inoltre ha detto che il soprannome di “regina della tv” non le si addice: « Non mi sento regina di niente. Siamo persone che riempiono un elettrodomestico, come il Dixan per la lavatrice. Prima non accettavo l’idea di produrre altri programmi, perché ogni volta che un programma andava male la responsabilità era mia… Ricordo Missione Impossibile, che forse era troppo avanti rispetto a quei tempi. Venivo da una scuola molto dura, per sette anni nelle riunioni non potevo dire una parola e dovevo adeguarmi alle scelte altrui. L’errore di quel programma era quindi la voglia di liberarmi e provare a fare da sola: mi chiesero se volevo degli autori e con aria sprezzante dissi di no. Ho preso una sonora bastonata, che mi è servita perché ho capito che certe figure servono eccome… L’idea di produrre mi piaceva e però mi spaventava. Oltre alla possibilità di sbagliare, che io invece contemplo e rivendico, c’era il fatto che, se sbagliavo, altre persone ne venivano penalizzate. Ma pian piano ho superato questa apprensione. E abbiamo fatto il Coca Cola Summer Festival e Temptation Island».

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