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“Non c’è campo”, il nuovo film di Federico Moccia, è già un successo. Ecco perché…

Francesco Fredella | 24 Ottobre 2017

Elodie Di Patrizi Vanessa Incontrada

“Non c’è campo” è il nuovo film di Federico Moccia, uno degli scrittori e registi italiani più amati e popolari. […]

“Non c’è campo” è il nuovo film di Federico Moccia, uno degli scrittori e registi italiani più amati e popolari. Il suo ultimo lavoro è stato presentato in anteprima nazionale a Roma dinanzi a centinaia di persone. Dal 1° novembre il film arriverà nelle sale cinematografiche e già si preannuncia un successo. Il tema scelto da Moccia è tanto caro a tutti noi soprattutto perché la dipendenza dal cellulare, entrato di diritto ormai nelle nostre tasche e nelle nostre menti, resta un argomento attualissimo.

Ad aprire la strada è stato il film di Paolo Genovese ‘Perfetti sconosciuti’, da allora il telefonino è entrato piano piano nel cinema italiano fino alla sua celebrazione in ‘Non c’è campo’, teen-comedy targata Federico Moccia. È infatti proprio lui, il cellulare, con i suoi social, la messaggistica di tutti i tipi, il vero motore di questa commedia che mette in scena il panico 2.0 che si prova quando il proprio telefono non è più operativo: “neppure una tacca” è la frase-tormentone di ‘Non c’è campo’.

Questa la storia. Laura (Vanessa Incontrada) è una professoressa di liceo, sposata con Andrea (Gianmarco Tognazzi), che insieme a una sua collega, Alessandra (Claudia Potenza), si trova ad accompagnare i suoi allievi ad una visita culturale di una settimana nello studio di un artista di fama internazionale, Gualtiero Martelli (Corrado Fortuna). Me c’è un problema: lo studio dell’artista è a Scorrano, provincia di Lecce, un paesino dove non c’è segnale, ovvero il cellulare non prende.

Per i ragazzi di questa classe in gita, un vero dramma. Senza telefonino si interrompono di colpo tutti i loro legami virtuali e meno virtuali, creando una realtà nuova, quella del contatto diretto, una cosa che sembra del tutto estranea alla generazione dei diciottenni di oggi. “Per il mio ritorno alla regia – spiega Moccia, dietro la macchina da presa dopo quattro anni (Universitari – Molto più he amici) – ho scelto di raccontare una storia di grande impatto emotivo, unendo la mia conoscenza del mondo dei giovani con l’attualità della società moderna. Insieme alle due autrici, Chiara Bertini e Francesca Cucci – continua lo scrittore-regista -, la sceneggiatura è stata scritta partendo da un’idea molto semplice e tuttavia divenuta essenziale in questo momento storico. Facebook, Whatsapp, Snapchat, Twitter, Instagram: la nostra esistenza è intasata da cose che fino a pochi anni fa erano impensabili, ed ora invece appaiono indispensabili. Una vita senza continuo accesso alla comunicazione ci sembra impossibile da condurre, ne risentirebbero il lavoro, i nostri rapporti sociali, e, in alcuni casi, la nostra stessa autostima”. E spiega ancora l’autore di ‘Tre metri sopra il cielo’: “Il ritorno all’era pre-internet e pre-connessione continua è la sfida che devono affrontare i protagonisti del film. Re-imparare a stringere rapporti umani, a guardarsi negli occhi e a sostenere il peso di ciò che dicono, non più nascosti dietro quell’anonimato garantito dalla rete che fa sentire invincibili. Sappiamo però che spesso la tecnologia è una mera cassa di risonanza per problemi che, in quanto esseri umani, abbiamo avuto da sempre e sempre avremo” (Fonte: Ansa).

Colonna sonora del nuovo film di Moccia è Semplice, la canzone di Elodie Di Patrizi (cantante pugliese che ha fatto il suo esordio grazie ad Amici di Maria De Filippi). “Sono arrivata a Scorrano (Lecce) alle 14:30 e sono andata via alle 2:30. Date un premio agli attori perché un mestiere molto complesso! Essere belli e freschi con tutti quei tempi morti non è facile“, ha raccontato la cantante a Radio 105. Da quello che abbiamo intuito, Elodie sta lavorando sodo ad un nuovo progetto. Sempre a Radio 105 ha detto: “Sto ascoltando musica nuova e sto facendo dei provini per il disco nuovo. È il momento più bello e più difficile quello della creazione, perché devi dimostrare a te stessa che hai imparato qualcosa in più di te, per poi darlo agli altri”.

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