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Vittorio Emanuele III- Odio smisurato tra Vittorio Emanuele e Maria Gabriella?

Francesco Fredella | 17 Dicembre 2017

La famiglia Savoia, o meglio la famiglia di Vittorio Emanuele di Savoia, il pretendente al trono d’Italia, figlio di Umberto […]

La famiglia Savoia, o meglio la famiglia di Vittorio Emanuele di Savoia, il pretendente al trono d’Italia, figlio di Umberto secondo, s’è riunita al santuario di Vicoforte per pregare sulla nuova tomba (fino a cinque giorni fa lui era sepolto ad Alessandria d’Egitto, dove era in esilio, e lei a Montpellier) dei nonni di Vittorio, re Vittorio Emanuele III, il re delle guerre, del Fascismo, ma anche del suffragio universale e il voto alle donne, e della regina Elena, “l’angelo del terremoto“, come la chiamarono quando arrivò a portare personalmente soccorso dopo il terremoto di Messina del 1908.

 

C’è tenerezza per chi rivede la bara dei propri nonni tornare in Patria (parola obsoleta solo per alcuni), ma dietro quelle bare quante polemiche, forse troppe.

La prima con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che pur ringraziato dal pronipote del penultimo re, Emanuele Filiberto III, rimane anche l’uomo che non ha dato il consenso alla sepoltura di Vittorio Emanuele III al Pantheon di Roma, dove sono sepolti i sovrani precedenti, ma la seconda polemica è quella ben più forte ed è contro Maria Gabriella di Savoia, la sorella di Vittorio (e si parla di odio smisurato a detta di alcuni amici di ambo le parti).

Mentre Vittorio Emanuele, sua moglie Marina e il loro figlio Emanuele Filiberto avevano fatto domanda sia per Vittorio Emanuele III e la regina Elena, ma soprattutto per Umberto I  e la moglie Maria José (sepolti a Hautecombe) perché fossero sepolti al Pantheon e hanno rifiutato qualsiasi altra sistemazione («O lì, o è meglio che restino dove sono»), la principessa Maria Gabriella a loro insaputa ha domandato al Presidente della Repubblica (ottenendola) la traslazione delle bare nel santuario di Vicoforte, vicino a Cuneo. Ed è così che le salme sia della regina, che, come detto, era sepolta a Montpellier, sia del re, sepolto ad Alessandria d’Egitto, sono ora al santuario di Vicoforte.

«Come ha potuto fare questo a me, il nipote di Vittorio Emanuele e delle regina Elena, senza dirmi nulla? A me, suo fratello?», si domanda Vittorio Emanuele, tornato in gran forma dopo un periodo di acciacchi (ha 80 anni). «E tutto in gran segreto, senza una bandiera, senza nemmeno consentire a un parente, noi, per esempio, di accompagnarlo nel tragitto», aggiunge Emanuele Filiberto, da poco tornato dal funerale dell’ex re Michele di Romania, dove al funerale di Stato c’era anche il presidente della repubblica romena.

La polemica per il Pantheon per alcuni storici si risolve in un’unica osservazione: se è vero che i sovrani morti sul suolo italiano, ossia quando erano ancora regnanti, sono al Pantheon, è anche vero che Vittorio Emanuele III° non firmò il decreto di stato d’assedio contro la marcia su Roma, avvallò le leggi razziali nel 1938 e le guerre d’aggressione, quindi scappò all’estero, abdicando a favore del figlio Umberto (il re di maggio), lasciando dietro di sé un’Italia distrutta dalla seconda guerra mondiale. «Perché meriterebbe di stare sepolto accanto a Raffaello?», si domandano. Perché è la storia d’Italia e perché di fronte al fascismo e al nazismo il re è stato più una spina nel fianco che un alleato.
La beffa per Vittorio Emanuele è poi quella di aver saputo dai media che la salma di suo nonno stava arrivando a Vicoforte, pare addirittura da Intenet, guardando il telefonino.

In pratica sua sorella Maria Gabriella, con la quale si è rivisto, dopo un lunghissimo periodo più che buio, anche recentemente, non gli aveva detto detto nulla.

Possibile che una donna di cultura, di classe, parente stretta, si sia volutamente dimenticata di riferire una notizia così importante al fratello? «È così», riferisce Vittorio Emanuele e ribadisce: «Non mi aveva detto nulla». Tace invece dalla sua splendida villa di Ginevra la principessa Maria Gabriella. Perché? Anche tra i reali (anzi, forse soprattutto tra loro, visto che lo zar di Russia, quello d’Inghilterra e quello di Germania, cugini primi, cresciuti insieme, hanno scatenato la prima guerra mondiale con un milione di morti) vale il detto parenti serpenti.

di Roberto Alessi