Paolo Ciavarro ha ricordato a Verissimo la madre Eleonora Giorgi, scomparsa sei mesi fa. Il dolore si sta lentamente trasformando in ricordo, anche se il vuoto resta. “Di lei non parlo con nessuno, era tutto per me”, ha confessato.

Il ricordo di Paolo Ciavarro

Nella puntata di Verissimo andata in onda domenica 19 ottobre non è intervenuta solo Sonia Bruganelli. Paolo Ciavarro ha condiviso un ricordo toccante della madre, Eleonora Giorgi, scomparsa a marzo dopo una lunga battaglia contro il cancro al pancreas.

Sono passati appena sei mesi dalla perdita. Paolo Ciavarro ha raccontato come il dolore, giorno dopo giorno, stia lentamente lasciando spazio al ricordo: “Ogni volta che penso a lei, la ricordo. Adesso la sofferenza si sta trasformando in ricordo, è una cosa positiva, poi il vuoto che ha lasciato penso non verrà mai colmato.”

Durante l’intervista, Paolo Ciavarro ha ammesso che inizialmente è stato un periodo molto duro: “È stato abbastanza difficile, adesso va meglio, sono riuscito a concentrarmi sul lavoro, sulla mia famiglia.”

Uno dei momenti più difficili da affrontare è stata la solitudine, come raccontato a Verissimo: “Mia moglie va a dormire presto, io ero abituato a parlare ore a telefono con mamma. Mi sono ritrovato molto solo. Mamma per me ha rappresentato tutto, eravamo legatissimi.”

Il loro era un legame unico, fatto di complicità e confidenze. In sua assenza, Paolo Ciavarro ha cercato conforto nelle sue passioni di gioventù: “Ho ripreso le mie passioni da adolescente, dipingo. Mi capita spesso di avere dei momenti in cui piango, mi libero dal dolore. So che sto piangendo per mamma, so che lei è lì, spero che mi guardi.”

Anche il ricordo materiale, rappresentato dagli oggetti che Eleonora conservava con amore, è ancora troppo doloroso da affrontare: “Sto iniziando con le fotografie, ma quei ricordi materiali ancora non ho avuto il coraggio. Di mamma non ne parlo quasi con nessuno, tengo tutto per me. Forse è una forma di protezione per la mia famiglia.”

Un dolore che ancora oggi si fa sentire in Paolo Ciavarro e la sua famiglia, ma che si sta lentamente trasformando in memoria e ricordi.