Pietracatella, tragedia madre e figlia: possibile contaminazione della farina con veleno per topi
Morte per intossicazione nel Molise, aperta un’inchiesta: verifiche sugli alimenti e sulla possibile contaminazione di farine dopo una disinfestazione. Attese…
Morte per intossicazione nel Molise, aperta un’inchiesta: verifiche sugli alimenti e sulla possibile contaminazione di farine dopo una disinfestazione. Attese le autopsie
Una tragedia sconvolge il Molise
Pietracatella si è svegliata con una notizia che pesa come un macigno. Una madre, Antonella Di Ielsi, 50 anni, e sua figlia, Sara Di Vita, appena 15, sono morte dopo una presunta intossicazione alimentare. Una vicenda che ha colpito una comunità intera e che ora apre scenari investigativi complessi, dove ogni dettaglio potrebbe rivelarsi decisivo.
L’ipotesi della farina contaminata
Le prime analisi puntano sugli alimenti consumati durante la cena del 24 dicembre: vongole, cozze, seppie, baccalà e funghi, tutti prodotti confezionati e certificati. Ma un ulteriore elemento è entrato nel fascicolo: la possibile contaminazione di farine conservate in casa. Qualche mese fa, in un mulino di proprietà di parenti del padre, era stata eseguita una disinfestazione contro i topi. Gli inquirenti non escludono che del veleno possa aver raggiunto accidentalmente una partita di farina poi utilizzata in cucina.
L’indagine sui passaggi clinici
Cinque medici sono ora indagati. Tre lavorano all’ospedale Cardarelli, altri due appartengono al servizio di guardia medica. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo e lesioni colpose. Il motivo è legato ai precedenti accessi di Sara e della madre in pronto soccorso: la ragazza, infatti, si sarebbe presentata due volte prima di morire. La procura vuole capire se ci siano stati errori, ritardi o sottovalutazioni.
Il padre ricoverato, l’altra figlia illesa
Il padre, Gianni Di Vita, anche lui intossicato, è ora ricoverato allo Spallanzani di Roma in condizioni stabili. L’altra figlia, che non avrebbe preso parte al pasto, è stata ricoverata solo per precauzione. Una famiglia spezzata, una comunità sgomenta, un paese che attende risposte.
La procura: ricostruire tutto, senza ombre
Il procuratore Nicola D’Angelo ha spiegato che l’obiettivo è ricostruire l’intera catena di interventi medici, verificando protocolli, diagnosi e decisioni. L’indagine è multidisciplinare: tossicologi, patologi e investigatori lavorano fianco a fianco per fare chiarezza. Le autopsie, previste domani, potrebbero essere la chiave per capire cosa abbia realmente ucciso madre e figlia.