Mentre le piazze brillano tra mercatini e luminarie da record, uno studio svela i retroscena economici di un business che vale quasi quattrocento milioni

Il fascino intramontabile delle feste di Natale trasforma ogni anno i centri storici italiani in scenari fiabeschi, ma dietro la poesia delle luci si nasconde una macchina economica imponente. Secondo una recente analisi condotta dalla società di consulenza Jfc e rilanciata dall’Ansa, le amministrazioni comunali della penisola investono cifre vertiginose per attirare turisti e visitatori. La spesa complessiva stimata per il Natale 2025 raggiunge infatti la soglia di 397,4 milioni di euro, coinvolgendo oltre cinquemila comuni che non intendono affatto badare a spese. Questa strategia di marketing territoriale vede impegnato il 64,4% degli enti locali, pronti a tutto pur di garantire quell’atmosfera magica che riempie le strade e i negozi.

Milioni in luminarie

Napoli conquista lo scettro di regina assoluta delle celebrazioni, avendo stanziato una somma record di 4,8 milioni di euro per illuminare i suoi vicoli e le sue piazze storiche. Questa cifra imponente ha sollevato non poche indiscrezioni nei corridoi politici, poiché distacca nettamente tutte le altre realtà urbane che partecipano a questa luminosa competizione nazionale. Al secondo posto troviamo Sassari con un investimento di 2,3 milioni di euro, seguita a distanza dalle città di Trieste e Messina, entrambe attestate su oltre un milione di euro. Anche la storica Siena ha deciso di puntare forte sull’estetica natalizia, mettendo sul piatto 1,1 milioni di euro per rendere indimenticabile il soggiorno dei visitatori invernali.

Le bollette della luce

Il bilancio delle festività non si limita però soltanto all’acquisto di alberi maestosi o spettacoli pirotecnici, ma include voci di costo che spesso rimangono nell’ombra dei riflettori. Dei quasi quattrocento milioni totali, ben 274 milioni servono direttamente per decorazioni e manifestazioni, mentre il resto svanisce tra stipendi del personale comunale e bollette energetiche. Le maestranze e i tecnici impegnati negli uffici pesano per circa 98,5 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti quasi 25 milioni per il consumo di energia elettrica. Nonostante le recenti campagne sulla sostenibilità, molte amministrazioni sembrano preferire lo sfarzo visivo alla parsimonia, alimentando dibattiti accesi tra i residenti favorevoli al turismo e quelli più austeri.

Un dettaglio interessante emerso dallo studio riguarda la provenienza di questi fondi, dato che meno di un terzo della spesa totale viene coperto da sponsorizzazioni esterne. Il coinvolgimento dei privati è ancora troppo timido, lasciando il peso maggiore degli investimenti natalizi direttamente sulle spalle delle casse pubbliche. Tra i comuni di medie dimensioni spicca l’impegno di Udine con oltre trecentomila euro, mentre realtà come Cesena e Treviso si assestano su cifre decisamente più contenute e prudenti. Persino i piccoli borghi come Finale Ligure o Montelupo Fiorentino cercano di ritagliarsi uno spazio, dimostrando che la bellezza del Natale è un investimento irrinunciabile per tutti.

Napoli in testa

Per fare una lista dei Comuni che spendono di più per le luminarie natalizie bisogna anche tenere conto delle fasce demografiche. 
In vetta alla classifica c’è Napoli: il capoluogo campano è al top della spesa sostenuta per luci, eventi, mercatini, addobbi di Natale con un investimento di 4,8 milioni di euro.
A seguire, con un distacco notevole, troviamo Sassari che sostiene una spesa pari a 2,3 milioni di euro. Poi si passa agli oltre 1,3 milioni di Trieste e di Messina sino a 1,1 milioni spesi dal Comune di Siena

Roma, Milano e Firenze?

Roma, Milano e Firenze si trovano pure in cima alla classifica delle città che investono di più nelle luminarie. Tuttavia, per i capoluoghi di Lazio, Lombardia e Toscana è più complicato avere i numeri precisi e fare una stima dettagliata. Come spiega infatti Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile della ricerca, “in quanto il Comune fa investimenti diretti in quota con associazioni e no profit e molto distribuiti fra i vari municipi, quindi diventa complesso fare una valutazione unitaria”.

Comuni con oltre 100mila residenti

Come anticipato, per stilare una lista bisogna anche tenere conto delle fasce demografiche. Guardando quindi alle città con oltre 100mila residenti, oltre alle già citate Napoli, Sassari, Trieste e Messina che superano più o meno abbondantemente il milione, troviamo Reggio Calabria, Rimini e Forlì che investono circa 770mila euro, mentre Cagliari spende circa 220mila euro. Meno di 200mila euro è l’investimento di Ravenna Foggia ed ancora minore quello di Latina (134mila euro circa). 

Comuni tra i 60mila e i 100mila residenti

Tra i Comuni con un numero variabile tra i 60mila e i 100mila residenti emerge Udine con 320 mila euro. Seguono Cesena e Treviso che si assestano su una cifra attorno ai 270mila euro, contro i 247mila euro di Ancona e la più risparmiosa Viterbo con 170mila euro.

Comuni più piccoli

Tra i Comuni con un numero variabile tra i 20mila e i 60mila residenti, oltre alla già citata Siena che supera il milione di spesa, troviamo Trani con 585mila euro di investimento, Cervia con 450mila euro, Ostuni con 330mila euro, ma anche Frosinone con 290mila euro e Macerata con un investimento di 220mila euro. Interessante notare come, facendo una media, questi Comuni più piccoli sostengano una spesa maggiore rispetto ad amministrazioni con 60-100mila abitanti. Questo perché si tratta di città turistiche che quindi hanno interesse ad aumentare la propria attrattività per richiamare visitatori.

Infine, tra i Comuni con meno di 20mila residenti vi è Finale Ligure che investe 115mila euro, Montelupo Fiorentino 50mila euro, 36mila euro li spende il Comune di Rho mentre il piccolo Comune di Riva Ligure spende 23,5mila euro. 

Dario Lessa