Radio Maria contro Sanremo 2020: la critica a Lauro, Benigni e Fiorello

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Radio Maria contro Sanremo 2020: la critica a Lauro, Benigni e Fiorello

Vincenzo Chianese | 8 Febbraio 2020

Il post critica di Radio Maria contro Sanremo 2000, Roberto Benigni, Achille Lauro e Fiorello Proseguendo lo sfogo, Radio Maria […]

Il post critica di Radio Maria contro Sanremo 2000, Roberto Benigni, Achille Lauro e Fiorello

Proseguendo lo sfogo, Radio Maria aggiunge:

“In secondo luogo l’assenza nella società del fatto religioso fa da contraltare alla presenza dello stesso sul palco dell’Ariston. Vogliamo dire che il vuoto di fede offre l’occasione per svaligiare indisturbati i tesori preziosi del cattolicesimo e portarseli via. Così come quando i padroni di casa sono usciti e i ladri ne approfittano per rubare. Lasciati abbandonati per strada, come un cane in autogrill quando si parte per le vacanze, la dottrina, i sacramenti, la storia cristiana, le tradizioni di fede, i principi morali ecco che il primo Fiorello o Achille Lauro che passa li prende e ne fa quello che vuole. Sta a noi custodire i gioielli di famiglia, presidiarli a costo della vita.

In terzo luogo il dileggio a danno del cattolicesimo nasce dall’ignoranza che si presenta con due volti. Il primo volto è quello dell’ignorante cattolico che non conosce le ragioni della fede e della morale e quindi pur credendo in alcuni principi non riesce a difenderli. Ne consegue che ad ogni attacco batte in ritirata e si rifugia in un atteggiamento remissivo. Il secondo volto è quello dell’ignorante a tutto tondo, cioè di colui che ignora le verità cattoliche e dunque non solo non le difende, ma rema contro, ossia disprezza e plaude chi, come lui, disprezza”

Infine Radio Maria conclude affermando:

“Ultima motivazione per spiegare questa moda di pescare nel sacro che è fiorita sul palco di Sanremo. Il cattolicesimo così come viene presentato dalla maggioranza degli uomini di Chiesa ha la consistenza di una pappetta per anziani senza dentiera, un insieme di fervorini sbiaditi, incolori e soprattutto prevedibilissimi, oppure una storiella puerile, quasi fiabesca, già risibile di suo (figuriamoci nelle mani di un comico). Se dunque l’identità pubblica del cattolicesimo è così priva di nerbo, così indefinita e scialba, così malleabile, diventa facile per chiunque usarla a proprio piacimento, trasformarla, come una barbapapà, in ciò che si desidera: uno sketch per Fiorello, un monologo un po’ spinto per Benigni, una performance naturista per Lauro”

Come replicheranno i tre alle accuse di Radio Maria?

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