Comune europeo dello sport e unica tappa provinciale del Viaggio della Fiamma, Ragusa vive una giornata “storica” in cui sport, barocco e storie personali entrano insieme nella narrazione di Milano-Cortina 2026

Ragusa è una delle tappe chiave del tratto Agrigento–Siracusa: il Sud Est siciliano entra così nel racconto ufficiale dei Giochi, con paesaggio barocco e vocazione sportiva al centro di immagini e servizi trasmessi a livello nazionale. La Fiamma è partita dal suolo di Olimpia il 26 novembre, ha raggiunto Roma e da lì ha iniziato un viaggio che toccherà circa 300 città, 20 regioni e oltre 60 siti UNESCO, ridisegnando “la geografia dell’orgoglio italiano”.

Ragusa è l’unica città della provincia ad avere ospitato il passaggio ufficiale della Fiamma, diventando punto di riferimento per tutto il territorio ibleo e “unica protagonista” nel Ragusano del Viaggio della Fiamma. Il riconoscimento come “Comune europeo dello sport” e la candidatura a “Città Europea dello Sport 2027” raccontano una città che vive lo sport come parte della propria identità quotidiana, ben oltre l’evento singolo, intrecciandolo con la vita dei quartieri, delle società sportive e delle famiglie.

Orario, percorso e scenografia urbana

La staffetta è arrivata in città nella tarda mattinata del 17 dicembre 2025: l’organizzazione ha acceso la Fiamma in viale Europa alle 13:00, dando ufficialmente il via al “cuore a cuore” con la città. Il percorso ha toccato via Canova, via Gagini, il lungo asse di corso Italia fino al sagrato della Cattedrale di San Giovanni Battista, dove è avvenuto il tradizionale scambio della fiaccola davanti a una folla assiepata sui marciapiedi e sui gradini. La corsa ha poi attraversato il ponte Papa Giovanni XXIII e piazza Cappuccini, per concludersi in via ingegnere Migliorisi, dove il convoglio ha lasciato il territorio comunale diretto verso le tappe successive del Sud Est.

I tedofori: il motore umano

Lungo il tragitto, bollini a terra posizionati già dal martedì sera hanno indicato il punto esatto del cambio tra i tedofori ogni 200 metri, trasformando il tracciato urbano in una sequenza di piccole ripartenze simboliche. Nel racconto ufficiale i tedofori sono “il vero motore di questa impresa”: a ogni cambio non si passa solo una torcia, ma “il testimone dei valori universali dello sport: lealtà, fratellanza, resilienza”, incarnando lo Spirito Italiano e mettendo in vetrina la bellezza storica dei centri attraversati.
Ragusa ha aperto un bando che permetteva a chiunque fosse nato prima del 5 dicembre 2011 di candidarsi come tedoforo, raccontando storia personale e motivazioni sul portale ufficiale del Viaggio della Fiamma. I criteri premiavano chi incarna valori di impegno, inclusione, solidarietà e radicamento nel territorio, con attenzione ad atleti, volontari, figure del sociale e persone con storie di resilienza.

 

Il “momento olimpico” di un tedoforo

Un tedoforo modicano ha dato il via all’evento; primo a partire con la torcia, diventa il volto narrativo della tappa: racconta di passare la Fiamma “a un ragusano”, spiegando come, tra “due città storicamente rivali”, questo gesto rappresenti un segno di pace, un riferimento esplicito alla storica rivalità Modica–Ragusa trasformata in abbraccio sportivo. Dice di portare la Fiamma per la seconda volta, dopo averla già portata nel 2006 a Ragusa Ibla, e di aver chiesto espressamente al Comitato Olimpico l’onore di farlo di nuovo, felicissimo di essere questa volta “il primo” a riceverla direttamente dalla lanterna proveniente da Olimpia.
Alla domanda sul perché ci tenga tanto, risponde che non correrà mai una maratona olimpica e per questo definisce questa esperienza “il mio momento olimpico”: vent’anni fa e oggi corre “all’interno dell’Olimpiade, all’interno della storia dell’Olimpiade”. Chiude con una frase che sintetizza il legame fisico ed emotivo con la torcia: “Me li hanno dati i guanti, ma io la torcia la devo toccare, niente cappello, niente guanti, la torcia è mia, la devo sentire”, un’immagine potentissima del rapporto personale con il simbolo olimpico.

Le parole delle istituzioni e il significato per la città

Il sindaco Giuseppe Cassì ha definito la giornata “storica per Ragusa, non solo dal punto di vista sportivo”, sottolineando che la Fiamma è occasione per “mostrare la nostra bellezza, i nostri paesaggi, la nostra ospitalità” a una platea nazionale e internazionale. L’assessore allo Sport Simone Digrandi ha spiegato che la tappa si inserisce in un percorso più ampio fatto di eventi, gare e campionati, con l’obiettivo di consolidare il ruolo di Ragusa nello sport e nel turismo sportivo.
Nei comunicati ufficiali e nelle testate locali si ribadisce il valore della Fiamma come simbolo di pace, amicizia e spirito di squadra, capace di unire territori, generazioni e storie diverse in un unico viaggio. Per una città barocca già proiettata verso una dimensione europea dello sport, il passaggio della torcia rappresenta insieme vetrina e momento identitario.

Pubblico, atmosfera e immagini simbolo

Per la città di Ragusa si è trattato di una giornata storica, con folla numerosa lungo il percorso, bandiere e bambini che salutano il passaggio della Fiamma. I video sui social mostrano Corso Italia e l’area del Duomo colmi di persone, in un clima reso ancora più suggestivo dalle luci e dagli allestimenti natalizi che incorniciano la torcia e i colori di Milano-Cortina.
La gente non vede la Fiamma solo come un fuoco, ma come “battito accelerato di un’intera nazione che corre verso i Giochi Invernali”, e Ragusa diventa, per qualche minuto, il luogo dove quel battito si sente più forte. Ogni cambio di tedoforo, segnato dai bollini a terra, è una micro-storia di mani che si sfiorano e di valori che passano da una persona all’altra, lasciando alla città, oltre alle immagini, la consapevolezza di essere entrata, anche solo per un giorno, nel flusso della storia olimpica.

Di Davide Cannata

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