Romina Power racconta i suoi primi anni nel cinema italiano
Di Ottavia Borghini Baldovinetti L’alfabeto dell’anima di Romina Power Pensieri profondamente semplici. L’abbecedario della mia vita, edito da Rizzoli, è…
Di Ottavia Borghini Baldovinetti
L’alfabeto dell’anima di Romina Power
Pensieri profondamente semplici. L’abbecedario della mia vita, edito da Rizzoli, è il titolo del nuovo libro di Romina Power: più che di un libro si tratta di un vero e proprio lemmario personale, un dizionario dell’anima in cui ogni voce diventa una chiave per esplorare ricordi, emozioni e riflessioni. Romina racconta la sua vita e lo fa a punti, soffermandosi su alcune lettere, tralasciandone altre che – ci rivela – serviranno per un secondo libro.
È una narratrice sensibile, si muove in punta di piedi, con grazia, non è invadente né nei confronti della sua storia, né nei confronti del lettore, ma ha carattere. Dice: “Voglio lasciare a chi verrà dopo di me questo libro, che contiene i miei pensieri e le mie visioni sul mondo. Anche perché così non potranno inventarsi la qualunque, quando io non ci sarò più. Non potranno più mettermi in bocca, in virgolettato, parole non mie”.
Il valore dell’amore e il legame con la Puglia
La lettera con cui si apre il libro è A di “Amore”: Romina infatti afferma di aver messo sempre l’amore al primo posto. L’amore per i genitori assenti, l’amore per l’uomo che ha sposato a diciotto anni e con cui ha passato gran parte della sua vita, l’amore per i figli, l’amore per gli animali e la natura e ancora l’amore per la suocera Iolanda che per lei è stata come una seconda mamma e poi l’amore per la Puglia, terra all’epoca incontaminata che ha sposato ancora prima di sposare Al Bano: “Devo dire grazie alla Puglia per avermi accolta, come in una grande famiglia, per tanti anni. A volte penso di non essermi sposata in Puglia, ma con la Puglia”. In questo suo diario Romina rivela magistralmente piccole curiosità e aneddoti riguardanti la vita privata, ad esempio racconta della sua infanzia in collegio in Messico e poi di aver lasciato la scuola a soli tredici anni per recitare nel ruolo di Stella in Ménage all’italiana assieme a Ugo Tognazzi che sul set le insegnò a giocare a poker ed è ancora in debito con lei di sessantamila lire.
Il segreto del primo sì e il ricordo di Ylenia
Rivela che il suo vero matrimonio non è avvenuto il ventisei luglio millenovecentosettanta a Cellino San Marco, bensì un anno prima, il tredici maggio a Capri: “Ero lì per girare un film musicale e, nei giorni in cui non si girava, capitava di avere qualche ora di libertà. Fu in uno di quei momenti che decisi di comprare le fedi. Le feci fare esattamente come le volevo. Al Bano e io ci sposammo in una grotta, un luogo nascosto e difficile da raggiungere. Per arrivarci bisognava scalare rocce scoscese. Non l’ho mai più rivista, quella grotta, e forse proprio per questo è rimasta così viva nella mia memoria. Unico testimone, il mare”.
Di Al Bano parla con ironia, dice che resta l’affetto, ma che il matrimonio non funzionava più. Racconta anche che dopo aver trascorso un periodo negli States lo ha rivisto e lui le ha consigliato di farsi qualche ritocchino “Chissà se anche lui si è fatto un ritocchino, magari al cervello. Scherzo eh”. Secondo lei il viso deve raccontare la propria storia e trova sconcertante vedere tante ragazze giovanissime ricorrere alla chirurgia estetica anche quando non ce ne è bisogno.
L’ultima parola del libro è Ylenia Maria Sole. Il nome di sua figlia scomparsa. “Ylenia era ed è una luce viva. Parlo di mia figlia al presente, perché lei c’è, esiste. Non ho la fortuna di abbracciarla, di vederla, di sentirla, ma lei c’è. Nessuna mamma direbbe che sua figlia è morta senza aver mai visto il suo corpo. Il mio cervello rifiuta di associare la parola morte accanto al nome di mia figlia. Non lo dirò mai. Ho sempre fortemente cercato mia figlia Ylenia e continuerò a farlo, fino al mio ultimo giorno sulla Terra”. Romina in queste pagine, costellate di immagini che arricchiscono il racconto di emozioni, sfumature visive, colori, sensazioni, ripercorre la sua lunga carriera di cantante, attrice e artista poliedrica, intrecciandola con la dimensione privata di donna, madre e figlia d’arte.
In definitiva se si ha voglia di leggere un memoir confidenziale, spirituale, a tratti poetico e a tratti ironico, questo è il libro giusto.