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Spacco matto per Belen

Matteo Osso | 30 Maggio 2016

Belen Rodriguez Maurizio Costanzo Show

Dire che Belen Rodriguez è bella è tutto sommato sconatato. Criticarla perchè è bella, o ricca, o famosa è ancora […]

Dire che Belen Rodriguez è bella è tutto sommato sconatato. Criticarla perchè è bella, o ricca, o famosa è ancora più scontato.
Diventa molto interessante guardarla, ascoltarla, e capire cosa c’è (se c’è) dietro quell’apparenza talmente prepotente da offuscare tutto il resto.
Beh, ieri sera abbiamo avuto una bella dimostrazione di forma e di sostanza: Belen ospite al Maurizio Costanzo Show si presenta in un abito rosso, che accarezza morbidamente le curve del suo corpo, con uno spacco che copre la distanza tra Salerno e Reggio Calabria e scopre quasi tutto quello che c’è da nascondere.
E siccome la puntata è registrata con qualche giorno di anticipo, il web già da tempo è intasato di foto di lei che entra, di lei che si siede, di lei che si gira, di lei che si volta, con zoomate al limite del ginecologico nel tentativo di capire se avesse o meno le mutande.  Tutti lì, morbosi come dei vicini di casa in tempesta ormonale, a sperare in un soffio di vento per rubacchiare un centimetro di carne.
Bene, vi svelo il segreto: qualora le avesse avute, sotto le mutande era nuda. Giuro!
Ma la cosa interessante non è questa. Non solo, per lo meno. Mi rendo conto che per il 99% dei maschi eterosessuali italiani (e non) i dettagli intimi di una donna di tali fattezze possa essere quasi più interessante della finale di champions league (sottolineo quasi), ma per l’1% che non la sogna con la mano destra e per tutti coloro che non sono interessati alla dolce cosa ieri abbiamo avuto un esempio di come una show girl, nota più per la bellezza che per il talento (sul quale sta indagando una task force appositamente costituita,  abbia non solo delle opinioni fondate e frutto evidente di riflessioni, ma sia in grado di argomentarle con cognizione di causa, e -udite udite- di mettere a tacere l’arroganza di avvocati ad alta voce con la semplicità dell’evidenza.
Il dibattito era acceso, politicamente connotato e per questo ci asterremo dall’entrare nei dettagli. Si parlava di diritti, leggi, di unioni civili. La polemica era già andata ben oltre il limite dell’opinione e del buon gusto, con memorabili, moralisti interventi di chi ha fatto della disarticolazione della mandibola un manifesto di vita e dignitosissimi racconti di vita vissuta.
E poi arriva lei, vestita di rosso spumeggiante, rossetto disegnato col goniometro, una donna a cui viene riconosciuto solamente il diritto di essere bella, che in una frase tappa la bocca a tutte le ipocrisie: “ma se lei fosse gay non sarebbe contento di potersi sposare con chi ama?”
Tutti zitti? Nemmeno per sogno. Il pollaio ha continuato ad essere chiassosamente sovrappopolato di galli arsi dall’urgenza di cantare più forte degli altri, ma per chi della questione non fa una bandiera politica, non un problema di schieramento, non l’occasione per rastrellare voti, ma -semplicemente- una questione di cuore, quella frase non è passata inosservata.
A dimostrazione che “bella senz’anima” è solo il titolo di una canzone.
Poi, pensatela come volete.
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