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Caterina Balivo racconta il recente parto: «Ho voluto farla nascere così…»

Dario Campagna | 27 Settembre 2017

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Da poco più di un mese è nata Cora, la secondogenita di Caterina Balivo, avuta insieme al marito Guido Maria […]

Da poco più di un mese è nata Cora, la secondogenita di Caterina Balivo, avuta insieme al marito Guido Maria Brera. Quest’ultima è stata una gravidanza molto social, con l’amatissima conduttrice Rai che ha condiviso tantissime emozioni a riguardo, ma soprattutto consigli vari per chi, come lei, si è trovata in dolce attesa nei mesi più caldi dell’anno. Dopodiché la piccola ha visto la luce, e la felicità in famiglia, oltre che tra i follower, è stata indescrivibile. Adesso, dopo un po’ di giorni, la Balivo ha fatto il punto della situazione a riguardo, confidando qualche particolare in più in un’intervista rilasciata a Chi, come ad esempio il racconto del suo parto naturale senza anestesia epidurale.

“Ho fatto il parto com’è il parto”, ha esordito Caterina. Continuando: “È una scelta mia, questo sì. Io ho sempre temuto il parto e del primo scrissi su Twitter: ‘È un’esperienza pulp”. Eppure, come ci ha spiegato lei stessa, dalla prima volta qualcosa in più l’ha imparata: “Anche il mio primo figlio (Guido Alberto, 2012, ndr) è nato con un parto senza epidurale”, ha confidato la presentatrice di Detto Fatto. Aggiungendo: “È stato un parto lungo, complicato, è stato completamente diverso, naturale, ma indotto. Questa volta mi sono preparata per fare un parto in casa, mi sono fatta seguire da un’ostetrica…”. Ha dunque combattuto delle umane paure, la Balivo, con razionalità: “Avevo letto il libro di Elisabetta Malvagna (Partorire senza paura, ndr) e mi sono chiesta: ‘Ma perché la cosa più naturale del mondo deve farmi tanta paura?’, ha riflettuto. Proseguendo: “Allora ho capito: quel bambino dal momento in cui nasce non è più tuo, è del mondo. C’è la paura del dolore, certo, ma soprattutto, c’è la paura che quel che è tuo non sia più solo tuo. Ma, alla fine, se un bambino arriva da un rapporto d’amore, allora deve nascere con un atto d’amore della sua mamma. Ma chi ti aiuta nel parto? Il tuo bambino. E quello, allora, non è un dolore, il dolore è quando, boh, ti sparano…”.

Certo, qualcosa non è esattamente andato secondo i piani, ma nulla di grave: “Non l’ho potuto fare più in casa perché ho partorito dove ero in vacanza, a Grosseto”, ha ricordato Caterina. Concludendo: “Quella mattina avevo capito che era arrivato il momento. Mi sono alzata, ho scelto il vestito più bello: molto colorato davanti, dietro bianco, ‘voglio farla nascere così, con tutti i colori del mondo’, mi sono detta”.

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