Cronologia dei social, dati biometrici e nuovi timori per i viaggiatori europei: così cambiano le regole per l’ingresso negli Stati Uniti

L’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump ha avviato una revisione profonda delle procedure di controllo sui viaggiatori stranieri. Ha imposto ai richiedenti dell’Esta la consegna della cronologia completa delle attività social degli ultimi cinque anni. In questo modo ha creato un clima di crescente incertezza tra i cittadini europei che fino a ieri consideravano l’ingresso negli Stati Uniti una formalità relativamente semplice.

Rafforzare la sicurezza nazionale

Il nuovo pacchetto di misure, pensato secondo fonti interne per “rafforzare la sicurezza nazionale”, richiede la verifica delle piattaforme social utilizzate dai turisti. Ma non solo, richiede anche la raccolta di dati biometrici avanzati, come impronte digitali aggiornate e scansioni dettagliate dell’iride. Si espande così il perimetro dei controlli in modo significativo rispetto alle precedenti procedure.

La decisione sarebbe maturata dopo una serie di discussioni interne al Dipartimento della Sicurezza Nazionale. Alcuni funzionari avrebbero insistito sulla necessità di prevenire possibili minacce attraverso un monitoraggio digitale capillare, nonostante le perplessità espresse da chi teme un impatto negativo sul turismo internazionale.

Paesi del programma Visa Waiver, Italia compresa

La misura coinvolge in modo particolare i Paesi che già partecipano al programma Visa Waiver, come l’Italia. I cittadini che rientrano in questa categoria dovranno adeguarsi a un sistema di controllo molto più invasivo. Sistema include l’analisi dei profili social per individuare eventuali contenuti ritenuti sospetti o potenzialmente pericolosi.

Tra gli operatori del settore emerge la convinzione che tali restrizioni rischino di trasformare il viaggio verso gli Stati Uniti in un percorso a ostacoli. Quasi un modo per scoraggiare molti potenziali visitatori che alimenta un dibattito acceso sulla legittimità di procedure. Alcuni la considerano una forma di sorveglianza preventiva che sfiora la violazione della privacy.

Controllo dei flussi migratori?

La stretta sui social sarebbe stata accelerata da una serie di report interni che mettono in relazione alcuni episodi isolati con attività online poco trasparenti. Questo offre all’amministrazione Trump un argomento utile per spingere ulteriormente la sua agenda incentrata sulla sicurezza e sul controllo dei flussi migratori.

Il risultato è un’ulteriore frammentazione del rapporto tra Washington e l’Europa. Mentre gli Stati Uniti intensificano la pressione sui viaggiatori, crescono le richieste di chiarimenti da parte delle autorità europee, che temono contraccolpi non solo sul turismo ma anche sulle relazioni diplomatiche a lungo termine.

In questo scenario, la sensazione diffusa è che ottenere l’Esta stia diventando un processo sempre più complesso, poiché la verifica della “pulizia digitale” degli utenti introduce un livello di valutazione soggettivo che potrebbe generare dubbi, ritardi e persino rifiuti non sempre pienamente giustificati.

Di fronte a questi cambiamenti, molti esperti invitano i viaggiatori a prestare maggiore attenzione alla propria presenza online, consapevoli che ogni contenuto pubblicato negli anni potrebbe incidere sull’esito della richiesta, mentre l’amministrazione Trump continua a difendere la nuova politica come un passo indispensabile per garantire un Paese più sicuro in tempi di crescente instabilità globale.

Dario Lessa