Il divario con la Francia e il costo drammatico della fuga di cervelli che svuota il Paese

La crisi demografica italiana si intreccia oggi pericolosamente con una cronica carenza di fondi pubblici che penalizza le nuove generazioni rispetto ai principali partner dell’Unione Europea. Analizzando i dati della spesa per l’istruzione universitaria emerge chiaramente come Roma stanzi circa il sessanta per cento in meno delle risorse garantite abitualmente dal governo di Parigi. Questa differenza strutturale impedisce ai nostri atenei di competere ad armi pari e limita drasticamente le opportunità di ricerca e di specializzazione per migliaia di studenti meritevoli.

Perdiamo 16 miliardi all’anno

Il mancato sostegno economico alle politiche giovanili produce un effetto domino devastante che si traduce ogni anno in una fuga di massa verso mercati del lavoro esteri. Le ultime stime confermano infatti che il nostro sistema nazionale perde sedici miliardi di euro ogni anno a causa dell’espatrio forzato di moltissimi giovani talenti altamente qualificati. Questo capitale umano rappresenta una ricchezza immensa che lo Stato italiano forma con sacrifici enormi per poi regalarla gratuitamente alle economie più floride del nord Europa.

Dietro questi numeri impietosi si nasconde una programmazione politica che spesso privilegia la spesa previdenziale a breve termine invece di finanziare seriamente dei progetti strategici di lungo periodo. Molti osservatori internazionali segnalano come la burocrazia eccessiva rallenti l’utilizzo dei fondi europei già stanziati mentre le aziende locali faticano a trovare profili tecnici che siano adeguatamente formati. Nonostante le promesse elettorali degli ultimi decenni la percentuale del prodotto interno lordo dedicata alla formazione scolastica resta inchiodata ai livelli più bassi dell’intero continente europeo.

Mentre la Germania e i Paesi Scandinavi potenziano costantemente le infrastrutture digitali e i laboratori scientifici l’Italia continua purtroppo a perdere terreno prezioso nella corsa globale all’innovazione. La ricostruzione dei fatti indica che senza un’inversione di tendenza immediata il divario sociale ed economico con il resto d’Europa diventerà presto del tutto incolmabile per noi. Serve urgentemente un nuovo patto generazionale che rimetta finalmente i giovani al centro dell’agenda politica per evitare che il futuro del Paese diventi soltanto un ricordo lontano.

Dario Lessa