Il Ctu Vittorio Fineshi a Zona Bianca sottolinea le lacune nella ricostruzione dell’omicidio di Chiara Poggi e mette in discussione le verità finora accettate

L’omicidio di Chiara Poggi… tutto da riscrivere?

Il caso Garlasco, dal punto di vista medico-legale, è tutt’altro che chiuso. A dichiararlo è Vittorio Fineshi, ctu nominato dal tribunale, intervenuto a Zona Bianca. Secondo l’esperto, non esistono ancora certezze sull’epoca di morte di Chiara Poggi né sul mezzo con cui è stata uccisa. “Non possiamo dire se ci fosse un’unica persona o più persone coinvolte, né se il delitto sia avvenuto con uno o due strumenti diversi. Tutto resta un grande scenario da dipingere”, afferma Fineshi.

Le prime ore del delitto e i computer sequestrati

Nei giorni successivi alla scoperta del corpo di Chiara Poggi, gli inquirenti puntarono subito sull’analisi dei dispositivi digitali. Il 14 agosto 2007, poco più di 24 ore dopo l’omicidio, i carabinieri sequestrarono i computer di casa Poggi e quello di Alberto Stasi, trasferendoli al Nucleo operativo di Pavia. L’obiettivo era mettere tutto a disposizione dell’autorità giudiziaria.

 Il pc di casa Poggi: tracce digitali decisive?

L’attenzione si spostò, dopo le analisi al pc di Stasi, sul computer fisso della famiglia Poggi. Tra i dati raccolti, emerse un video scolastico con la presenza di un giovane Andrea Sempio, dettaglio passato inosservato all’epoca, ma che anni dopo avrebbe riaperto dibattiti e nuovi interrogativi. Il quadro del caso Garlasco resta quindi frammentario: senza strumenti certi per stabilire tempi e modalità, ogni ricostruzione resta parziale. Le perizie e le analisi digitali mostrano alterazioni e lacune investigative che continuano a influenzare interpretazioni e dibattiti.