Cucina italiana patrimonio Unesco: quanto vale davvero la tavola del Belpaese
Dalla filiera da 707 miliardi all’export da record, l’enogastronomia italiana si conferma motore cruciale dell’economia nazionale La consacrazione della cucina…
Dalla filiera da 707 miliardi all’export da record, l’enogastronomia italiana si conferma motore cruciale dell’economia nazionale
La consacrazione della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Unesco rafforza un settore che già muove 707 miliardi di euro l’anno. Genera un impatto paragonabile a oltre venti manovre finanziarie e si conferma la principale ricchezza economica del Paese. Il riconoscimento premia per la prima volta un’intera tradizione culinaria. Una svolta e un salto di qualità che valorizza non solo ricette iconiche come pasta e pizza, ma anche la complessità produttiva che sostiene un patrimonio culturale diffuso.
Sistema agroalimentare nazionale
Il sistema agroalimentare nazionale coinvolge circa 4 milioni di occupati e forma una catena che dai campi arriva alla grande distribuzione, passando per industria trasformativa e ristorazione, con un contributo determinante alla crescita interna. La dimensione economica del comparto risulta evidente osservando come la domanda globale di autentico made in Italy continui a espandersi, sostenendo un tessuto produttivo orientato all’innovazione senza perdere il radicamento territoriale.
Export
L’export agroalimentare tocca la soglia dei 69 miliardi di euro, trainato da mercati che considerano l’eccellenza gastronomica italiana un simbolo di qualità e sicurezza alimentare. Tale dinamica migliora la bilancia commerciale e rafforza la competitività delle imprese, che investono in tracciabilità, sostenibilità e nuove tecnologie per incrementare la presenza internazionale dei propri prodotti.
Turismo enogastronomico
Anche il turismo enogastronomico vola e raggiunge i 40 miliardi di euro, sostenuto da viaggiatori attratti da esperienze immersive nei territori, dalle degustazioni nelle cantine alle lezioni di cucina nelle mete più iconiche. Questa spinta crea valore aggiunto per borghi, aree interne e distretti produttivi, favorendo una destagionalizzazione dei flussi turistici che amplia la capacità ricettiva delle destinazioni.
Il riconoscimento Unesco rafforza quindi un ecosistema economico che fonde cultura, identità e mercato, offrendo nuove opportunità di sviluppo alle imprese e consolidando l’immagine dell’Italia nel mondo come capitale globale del gusto. La sfida ora riguarda la capacità di proteggere le produzioni autentiche, contrastare imitazioni dannose e garantire standard qualitativi che mantengano la reputazione della tavola italiana ai massimi livelli internazionali.