Caterina Arnoldi nasce a Bergamo e risiede con il marito in un comune della provincia. Dopo una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, concluso, da imprenditrice adesso si può dedicare alla scrittura, sua passione originaria.

Nel settembre 2022 è uscito il suo primo romanzo, Lucia, un’anima di luce, che, oltre a recensioni lusinghiere, nel 2023 ha ottenuto un “Diploma di Menzione Speciale” dalla Giuria del Concorso Letterario Internazionale Litterae Fiorentinae. Nel luglio 2023 ha pubblicato una favola illustrata, Gelsomina Superstar. Nell’aprile 2025 è stato pubblicato il primo volume della quadrilogia “Vite sul filo del tempo” dal titolo Linee di sangue e d’amore.

Come nasce Caterina Arnoldi scrittrice?

«Con la vera e propria vocazione della scrittrice. Ricordo che da bambina, a sei-sette anni circa, scrivevo poesie su ogni pezzo di carta che riuscivo a trovare. Intorno ai dodici-tredici anni ho cominciato a tenere un diario e ho continuato  a farlo per molto tempo. Da giovanissima ho scritto racconti e novelle che non ho mai mostrato a nessuno. Non avrei saputo come proporle. Ero anche incerta sul farlo oppure no. Mi sembravano scritti troppo intimi e personali per mostrarli a qualcuno. In seguito la vita mi ha spinto in una direzione diversa. Ho lavorato per anni da dipendente e poi ho scelto di fare l’imprenditrice. Alla fine del mio percorso lavorativo, con le figlie sposate e ormai fuori di casa, ho deciso di dare spazio al bisogno di scrivere che da sempre mi pressava e mi spingeva. Il mio primo libro, Lucia, un’anima di luce, è stato pubblicato a inizio settembre 2022 ottenendo critiche lusinghiere e un premio da un concorso letterario. Nel 2023 ho pubblicato la favola illustrata Gelsomina superstar. A quel tempo stavo già scrivendo quello che credevo fosse un semplice romanzo e che, invece, è diventata una quadrilogia. Si intitola “Vite sul filo del tempo”. Il primo volume, Linee di sangue e d’amore, è uscito a fine aprile 2025 e, nel maggio successivo, è stato presentato al Salone internazionale del libro di Torino. Il secondo volume, Il cuore grande delle donne, è uscito ufficialmente il 30 novembre. Gli altri due volumi, già scritti, usciranno nei prossimi mesi. Attualmente sto scrivendo, contemporaneamente, altri due romanzi».

Cosa le ha dato l’ispirazione per scrivere questa storia?

«Innanzitutto desidero precisare che non era mia intenzione scrivere una saga. Lo è diventata mio malgrado. Come sempre, sono partita da un’immagine proiettata nella mia mente. Da lì in poi, ho lasciato che la storia si sviluppasse da sola, via via che la scrivevo. L’ispirazione è mi venuta da un quadro ritrovato per caso nel ripostiglio della vecchia casa di famiglia. Il quadro mi ha riportato alla mente la zia cui era appartenuto. La sua è stata una vita affascinante. È alla sua storia che mi sono ispirata quando ho creato il personaggio di Eleonora, la mia protagonista del passato. A questa figura straordinaria ho voluto contrapporre quella di una donna del presente, una creatura che, come lei, ha dovuto affrontare prove terribili. Due donne bellissime, generose e straordinarie, a confronto».

Parliamo ora del secondo romanzo della quadrilogia. 

«S’intitola Il cuore grande delle donne. È il seguito del primo volume e permette al lettore di entrare nel vivo delle storie delle due protagoniste, Alice del presente, Eleonora del passato. Sono due grandi donne, separate nel tempo da oltre settant’anni, che vivono esperienze diverse e spesso durissime. Le accomuna l’aspetto fisico e il cuore teso alla protezione degli innocenti. Rispetto al primo, al terzo e al quarto volume che sono scritti a capitoli alterni, questo è diviso in due parti nette. La prima parla delle vicende di Eleonora che si snodano a ritmi serrati nel periodo della seconda guerra mondiale. La seconda, invece, è tutta dedicata ad Alice. La mia è stata una scelta voluta. Nel momento in cui le vicende di Eleonora si fermano, cominciano quelle di Alice. Se avessi continuato a capitoli alterni, avrei tolto al lettore il piacere della sorpresa».

Come definirebbe il suo lavoro?
«Credo non gli si possa dare una etichetta precisa. Si potrebbe parlare di “racconto storico”, “thriller”, “noir” o, ancora, “romanzo d’amore”. Lascerò al lettore la scelta».

Qual è il sentimento che unisce questa sua nuova creatura letteraria?

«Il filo invisibile che collega il passato al presente. Alice ed Eleonora racchiudono forza d’animo, capacità di sacrificio, generosità, intraprendenza e amore grandissimo. Ad accomunarle anche il desiderio di rimarcare la propria indipendenza e l’anelito alla libertà. Il sentimento dominante di tutta la saga è di certo l’amore». 

Cosa vuole trasmettere ai lettori?

«Il principale obiettivo è realizzare una bella storia. In questo caso, però, vorrei soprattutto riuscire a trasmettere a chi legge tutte le sensazioni e le emozioni che ho provato io stessa durante la stesura. Ci sono stati giorni in cui, a sera, mi sono ritrovata emotivamente fragilissima, stremata. Spero che la trovino una bella storia. Vorrei soprattutto riuscire a trasmettere a chi legge una convinzione che condivido con Massimo Troisi: “Credo che non ci sia niente di più bello dell’amore. Nel bene o nel male è sempre la cosa più bella che possa esistere”».

Perché si dovrebbe leggere questo suo nuovo romanzo?

«I primi due volumi, intensi e ben scritti, raccontano due storie intriganti e ricche di sorprese inaspettate. La scrittura è scorrevole e non è appesantita da descrizioni lunghe e noiose. La storia narrata, piena di colpi di scena inaspettati, è davvero potente».

Ha realizzato il suo sogno di scrivere. Cosa sogna di trovare sotto l’albero?

«Difficile fare ordine nel groviglio di cose che mi vengono in mente. Sul piano personale mi basterebbero salute e serenità per la mia famiglia».

Sarà a Napoli il 16 gennaio per presentare il suo romanzo?

«Sì, grazie alla B&G Art Event Communication che sta organizzando tutto presenterò il romanzo alla Mondadori del Vomero. L‘evento sarà trasmesso in diretta da Non Solo Calcio. Vi aspetto».

https://www.caterinaarnoldiscrive.it