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Io sono Mohammed: la sfida di Alberto a tema immigrazione

Redazione | 30 Gennaio 2020

La Giorgia Meloni Challenge che ha invaso il web all’urlo di “Io sono Giorgia”, riversando in un remix alcune dichiarazioni […]

La Giorgia Meloni Challenge che ha invaso il web all’urlo di “Io sono Giorgia”, riversando in un remix alcune dichiarazioni della leader politica durante una manifestazione di piazza a Roma, ha ispirato parodie e meme divenute virali sui social.

Tra queste, “Io son Mohammed”, un manifesto ironico in cui il suo ideatore Alberto, più conosciuto come “L’Educatore Influencer”, con il volto pitturato a rappresentare un uomo di colore, ha realizzato un video-docu sul tema dell’immigrazione.

“L’idea è nata dal tormentone della Meloni, ma io ho voluto approfittare del caso per parlare di qualcosa di più serio”, ha dichiarato Alberto a Novella2000. “Purtroppo i nostri telegiornali ci bombardano di notizie tragiche a cui ho cercato di dare forma concreta ed è così che mi è venuto in mente ‘Io son Mohammed’”.

Intervista ad Alberto, l’Educatore Influencer che sfida il web sul tema dell’immigrazione

Alberto, cos’è esattamente ‘Io son Mohammed’?

“È un manifesto ironico che contiene tutto quello che ascoltiamo o leggiamo sui giornali e alla TV. E la cosa più bizzarra è che non è una caricatura ma una cronaca vera. Il mio scopo è sempre quello di strappare un sorriso oltre che di far riflettere”.

A chi si è ispirato nella realizzazione di questo ‘manifesto ironico’?

Ho preso spunto dal grande Rino Gaetano, che nella sua canzone ‘Nun te reggae più’ prendeva in giro i politicanti, i notiziari, i personaggi dello spettacolo. A differenza delle solite versioni di ‘Io sono Giorgia’, ho aggiunto un altro spezzone con la musica proprio della canzone di Rino Gaetano. Un po’ per ricordare l’artista, un po’ per ricordare un modo di fare canzoni che oggi non c’è più”.

Non pensa che in questo modo abbia ironizzato e strumentalizzato un tema sociale così delicato come quello dell’immigrazione?

“Sia ben chiaro: la mia non è una canzone, è un video-social girato per far divertire. Ci tengo a precisare che non ho voluto assolutamente ironizzare sulle tragedie, come ho detto anche seriamente alla fine del video, senza trucco e parrucco, ma sulle notizie che circolano su queste cose. È un video non sull’immigrazione ma sull’informazione sull’immigrazione, e su tutta una cerchia di cose che oggi vanno molto di moda”.

Qual è, dunque, il messaggio che vuol lanciare?

“Anzitutto, il mio è un invito a stare attenti alle informazioni che circolano, al fenomeno delle fake news, e soprattutto a selezionare e a prendere con le pinze le cose che vengono dette. Sia che si parli pro, ad esempio dell’immigrazione, cioè limitandosi a sbandierare umanità-empatia-solidarietà, sia che si parli contro, cioè alimentando odio e razzismo (soprattutto sui social, dove gli haters, non assumendosi alcuna responsabilità di quello che dicono dietro una tastiera, si permettono di fomentare ogni tipo di volgarità). Occorrerebbe una buona dose di buonsenso, in grado di trascendere le etichette sociali. Essere insomma tutti più educati”.

a cura di Stefano Di Capua