Club Milano Fit Cristian Imperiale

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Lettera dell’imprenditore dei club Milano Fit al Presidente Conte

Redazione | 29 Aprile 2020

Cristian Imperiale, fondatore dei club Milano Fit nel capoluogo lombardo, scrive una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Fra […]

Cristian Imperiale, fondatore dei club Milano Fit nel capoluogo lombardo, scrive una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Fra coloro che chiedono a gran voce un allentamento delle misure di emergenza prese dal Governo per far fronte all’epidemia da Coronavirus c’è anche Cristian Imperiale. L’imprenditore è a capo dei club Milano Fit nonché padre di due bambini ancora molto piccoli. Da più di cinquanta giorni ha ormai dovuto interrompere l’attività, con tutte le conseguenze del caso.

Imperiale ha inviato alla redazione di Novella 2000 una lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per sensibilizzare la politica verso il settore fitness, e consentire una riapertura delle palestre in tutta sicurezza come a molte altre aziende e attività già rimessesi in moto nei giorni scorsi o che lo faranno dal famigerato 4 maggio prossimo.

Caro Presidente ti scrivo: Cristian Imperiale di Milano Fit scrive all’attenzione di Giuseppe Conte

“Egregio signor Presidente Giuseppe Conte,
Mi chiamo Cristian e sono il fondatore dei club Milano Fit a Milano. Finora ho aperto e avuto 4 centri fitness in 14 anni. Mi conoscono e riconoscono migliaia di utenti ancora oggi attivi nelle mie palestre.

Sono qui a dirle che ha gran coraggio ad occupare questo ruolo oggi in Italia. Ma sono qui anche a dirle che ho ascoltato tutte le sue conferenze in diretta negli ultimi 2 mesi. E con grande rammarico le scrivo queste righe per ricordarle che oltre ad importanti settori, industrie, negozi e professionisti esiste un altro settore da lei dimenticato è mai citato. Il settore del Fitness.

Settore che seppur ignorato da lei, ha dei numeri, delle famiglie e dei costi da sostenere durante questo interminabile lockdown. Numeri come circa il 2% del PIL nazionale derivato dalle nostre attività, che con il suo indotto arriva anche a 6-7 punti percentuali annui.

Protocollo sicurezza Milano Fit

Le ricordo che con tutto il suo indotto sono circa 80.000 le imprese nel settore nel nostro paese. Le ricordo che le palestre occupano numerosi capannoni, uffici e magazzini che molto probabilmente non riapriranno più, e che questo si ripercuoterà anche sul mercato immobiliare che si troverà con numerosi spazi vuoti e sfitti a discapito dei locatori.

E le ricordo ancora che, solo nella mia città Milano, le imprese nel fitness sono quasi 4.000 e che circa 200.000 persone e le loro famiglie rischiano di non avere più questo posto di lavoro.

Un settore che nel mondo genera il 5,5% del PIL. In Italia il 10% delle persone è iscritto in una palestra e negli ultimi anni ministrante la crisi il nostro settore era tra i pochissimi in crescita. Questo deve farci orgoglio, perché oltre a portare un valore economico e posti di lavoro, ci dà un grandissimo valore sociale legato alla salute delle persone.

“I primi a chiudere e gli ultimi a riaprire”

Le ricordo che ci accingiamo verso i primi 90 giorni di chiusura, siamo stati i primi ad essere chiusi, e ora tra gli ultimi a riaprire se riapriremo. E al novantesimo giorno di chiusura i dati direbbero che circa il 60% delle palestre non riaprirebbero per mancanza di fondi, al centoventesimo cioè a metà giugno non ne parliamo. Le strutture rischiano di non aprire impossibilitate di sostenere affitti, Leasing, tasse che nella maggior parte dei casi dai locatari non vengono bloccati. E il governo, non avendo fatto una moratoria blocca affitti, ci ha lasciato in balia del buon senso dei locatari che nel mio caso per quanto riguarda i Leasing degli attrezzi mi ha lasciato in mano a dei delinquenti. In questo caso uno.

Sono a dirle quello che in molti del settore non vorrebbero dirle. Il settore non può essere abbandonato. Dietro non ci sono solo attrezzi e pesi, ma famiglie, figli e sacrifici lunghi nel mio caso 25 anni per aprire.

Come potrebbero essere le nuove palestre Milano Fit

Io non sono qui a chiederle né i 600€, né i 25.000€ di finanziamento (da restituire con interessi). Io sono qui a chiederle di ricordare che esistiamo anche noi. Sono qui a chiederle di metterci in condizioni di lavorare e di poterci mettere in sicurezza a nostre spese. Sono qui a chiederle che qualcuno della sua corposa e preparatissima (spero) task force sia un esperto del settore e ci guidi alla riapertura con dei protocolli di sicurezza prima che sia però troppo tardi. Perché non potremo fare fronte ancora per molto ad affitti e tutto quello che c’è da sostenere in un’impresa senza incassare 1€ per 120-150 giorni.

“Riapriamo subito, ma in tutta sicurezza”

Io non le chiedo contributi assistenziali per quanto mi riguarda. Io non voglio nulla. Voglio solo poter lavorare in tutta sicurezza, mettendomi a norma con le normative anti-Covid come tutti gli altri imprenditori che si accingono ad aprire. La distanza di sicurezza e tutto il resto, nei miei club c’è. E quello che non c’è lo mettiamo.

Le chiedo di farlo il prima possibile, prima che per molti sia troppo tardi. Siamo nel terzo mese di lockdown e i centri che ormai non riapriranno più, a parte le multinazionali, sono già moltissimi.

Il progetto di Cristian Imperiale per riaprire in sicurezza

E le chiedo una delle cose più importanti: se noi dobbiamo restare chiusi 120-150 giorni non ritengo giusto e costituzionale farci pagare gli affitti dei locali, e di qualsiasi altra cosa inerente al lavoro, come i Leasing degli attrezzi. Quindi, se lei ritiene questa chiusura indispensabile anche ora, deve avere il coraggio e il buon senso di decretare in maniera urgente la sospensione degli affitti e dei canoni per tutte le attività chiuse di qualsiasi genere.

Tra le cose che le ho ricordato ne avevo dimenticato un’altra molto importante, che ho due figli: uno di 6 anni, Thomas, e una di 2, Giselle. Thomas, dopo la sua ultima conferenza in diretta, mi ha chiesto: ‘Papà, perché invece a noi il presidente del consiglio non ci ha detto quando lavorare?’. Ecco, se può risponda Lei.

Con grande rispetto per tutti i deceduti di questa pandemia.

Cordiali Saluti
Cristian Imperiale”