Verifica dell’età obbligatoria: la rivoluzione legislativa che cambierà la navigazione di milioni di adulti e la impedirà ai minorenni

Il vento del cambiamento soffia sul web italiano, portando con sé una vera e propria rivoluzione nell’accesso ai contenuti per adulti. L’obiettivo è nobile e urgentissimo: tutelare i minori da un’esposizione precoce e non voluta a materiale pornografico. Ma il prezzo di questa protezione è un significativo cambio di abitudini per milioni di adulti che, da oggi, dovranno affrontare un “cancello” digitale prima di poter navigare liberamente i siti inclusi nella temuta lista dell’Agcom.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha dato il via a nuove e stringenti regole che impongono l’obbligo di verifica dell’età per tutti gli utenti che tentano di accedere ai portali del piacere. Non sarà più sufficiente un semplice click su un innocuo “Sì, ho più di 18 anni”. Chiunque, d’ora in poi, proverà a raggiungere uno di questi siti si troverà davanti una schermata di blocco che richiederà un esplicito consenso per essere reindirizzato verso una piattaforma di verifica esterna.

Questo “passaggio in più” non è una semplice formalità, ma un vero e proprio filtro tecnologico. Le regole stabilite dall’Agcom sono precise e mirano a rendere il processo di accesso più macchinoso e meno anonimo. Si rumoreggia già che questa mossa non solo garantirà maggiore sicurezza ai minori, ma avrà anche l’effetto collaterale di scoraggiare una fetta consistente di utenti adulti che, per motivi di privacy o semplice pigrizia, potrebbero decidere di abbandonare la navigazione di quei contenuti.

I timori della rete

La grande incognita che aleggia sul web riguarda proprio le piattaforme di verifica. Come funzioneranno? Quali dati personali verranno richiesti? E, soprattutto, la loro gestione della privacy sarà all’altezza delle aspettative? Le indiscrezioni parlano di sistemi basati su documenti d’identità, ma anche di soluzioni più innovative – e altrettanto discusse – che potrebbero coinvolgere l’uso di dati biometrici o sistemi di verifica incrociata con altri servizi. Il timore diffuso tra gli utenti è quello di dover sacrificare l’anonimato che da sempre ha caratterizzato questo tipo di fruizione.

Intanto, i gestori dei siti a luci rosse inclusi nella lista Agcom si stanno affrettando per adeguarsi, con la spada di Damocle di sanzioni pesantissime che incombe su chiunque non rispetti le nuove direttive. Non resta che attendere e vedere quanto questa rivoluzione digitale cambierà davvero il modo in cui gli italiani navigano in rete, ponendo un dibattito etico e tecnologico al centro dell’attenzione nazionale.

A cura di Dario Lessa
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