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Maurizio Costanzo a Maria De Filippi: risposami!

Roberto Alessi | 7 Ottobre 2017

Maria de Filippi Maurizio Costanzo

Intervistare un giornalista, scrittore e conduttore come Maurizio Costanzo non è certo cosa da tutti i giorni. Di solito è […]

Intervistare un giornalista, scrittore e conduttore come Maurizio Costanzo non è certo cosa da tutti i giorni. Di solito è lui che fa le domande. Sono migliaia i personaggi della politica, della cultura, dello sport e dello spettacolo internazionali passati nei suoi programmi televisivi e radiofonici, da Bontà loro al Maurizio Costanzo Show fino all’Intervista, in onda in seconda serata su Canale 5 dal 5 ottobre. Di sua moglie Maria De Filippi ha detto: «Lei viene prima di tutto», un’affermazione che ogni donna amerebbe sentirsi dire dal proprio marito. Cosa ha trovato in lei rispetto alle altre donne che ha sposato? «È vero, verissimo, Maria è la persona che risposerei, lei è moglie, sorella, amica, tutto. (Maria, risposami). La conobbi a Venezia, all’epoca lavorava da un avvocato, faceva pratica, la invitai a venire a Roma poiché stava nascendo una mia società e poi da cosa nasce cosa. Maria ha tante valenze e poi, dopo tre matrimoni, il quarto o viene bene oppure smetti». Lei si definisce un malinconico, ma ha avuto quattro mogli, la fotoreporter Lori Sammartino, la madre dei suoi figli, Saverio e Camilla, Flaminia Morandi, la conduttrice Marta Flavi e Maria De Filippi. Come ha conquistato le sue donne? «Non lo so, io sono come sono, non ho mai usato nessuna strategia. Ci ho pensato varie volte, io non ho fatto mai niente, ho testimoniato l’interesse, questo sì! ». Sempre più spesso si sente ripetere “Non vedo l’ora di andare in pensione”. Per lei invece, che avrebbe tutto il diritto di godersi i successi, gli impegni aumentano. «Probabilmente chi vuole andare in pensione fa un lavoro fi sicamente usurante o uno scelto per vivere, ma non per vocazione. Per esempio, ho un amico avvocato civilista che ha 82 anni e lavora come vent’anni fa. La libera professione, siccome è vocazione, è quella che ti fa stancare meno». Qualcuno ha scritto, riferendosi al successo del suo ritorno in tv: «Maurizio Costanzo sta vivendo una seconda giovinezza». Qual è il suo segreto, ammesso che lo abbia? «Forse sarà anche la terza, non lo so, però il segreto è avere entusiasmo e amare quello che si fa. Specialmente dopo una certa età se non hai entusiasmo è meglio stare a casa!». Ha nostalgia del passato?«Sinceramente no, se ho nostalgia posso averla per i miei genitori, di me ragazzino, solo quello, non ho nostalgia delle cose fatte, le ricordo bene, sono contento di averle fatte, se non le avessi fatte non sarei qui oggi!». Cosa guarda in tv? «Almeno un programma a sera, poi lavoro sempre con 12 televisori accesi, tutti senza audio tranne uno, sono molto interessato a quello che fanno in tv». Non crede che i fatti di cronaca stiano invadendo troppo la televisione di oggi? Qual è il limite che un giornalista dovrebbe imporsi rispetto alla spettacolarizzazione dei sentimenti? «Ci deve essere un limite, un accorgimento  questo sì, però mi sembra che talvolta siano più ambigue certe beghe politiche che non un fatto di cronaca».

Le piacciono i reality show? «Non sono più tanto favorevole, non lo sono mai stato moltissimo, specie in quelli con i vip come concorrenti c’è questa corsa a esserci, a essere più visibile di altri». Cosa ne pensa della partecipazione al Grande fratello Vip di Simona Izzo con cui lei ebbe una relazione durata tre anni dal 1983? «Simona è invadente come sempre, anche lì nella Casa lo è. Sono certo che la partita se la giocheranno lei e Malgioglio, mi è dispiaciuto che sia andata via Serena Grandi perché poteva essere un terzo elemento. Apprezzo molto la conduzione di Ilary Blasi, è molto brava». Lei è stato un grande talent scout, ricordiamo che ha scoperto Giobbe Covatta, Vittorio Sgarbi, Enzo Iacchetti, sua moglie Maria De Filippi e tanti altri… Come riconosce un talento? «È difficile, per esempio io ho fatto trenta anni di Maurizio Costanzo Show e se parliamo dei comici, li provavo con il pubblico, così è stato per Riondino, per Enzo Iacchetti, per Covatta, per Gioele Dix, anche per Vittorio Sgarbi, che comico non è. Il talento come lo riconosco? Il mio è stato sempre e solo intuito e devo dire che mi è andata sempre bene». Quale dei personaggi che ha ospitato all’Intervista le è rimasto nel cuore e quale, se c’è, si è pentito di aver invitato? «Pentito di nessuno, mentre nel cuore mi sono rimasti tutti o quasi. Quando stai per un’ora a parlare con una persona non puoi in qualche modo non imparentarti con lei, non affezionarti. Ricordo con affetto quella con Maria, che andò benissimo, ma questo era comprensibile, e poi mi è piaciuto tanto Francesco Totti!». All’Intervista il primo ospite è Pietro Maso, reo confesso di uno dei più clamorosi casi di omicidio a sfondo familiare della cronaca italiana, avvenuto il 17 aprile 1991. Perché intervistarlo? «Perché è di passaggio a Roma prima di trasferirsi in Spagna, l’intervista l’ha data solo a me. E poi perché volevo vedere da vicino uno che aveva avuto il coraggio di uccidere il padre e la madre, desideravo guardarlo negli occhi».Cosa si augura per il futuro? «Mi auguro di vivere!».

di Raffaella De Gregorio

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