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Le lacrime di Francesco Facchinetti: “I Pooh sono la mia vita”

Luisa Cassarà | 13 Giugno 2016

Francesco Facchinetti pooh roby-facchinetti

Sono cominciati con due date sold out, allo stadio San Siro di Milano, i festeggiamenti per i cinquant’anni dei Pooh. […]

Sono cominciati con due date sold out, allo stadio San Siro di Milano, i festeggiamenti per i cinquant’anni dei Pooh. La band di Red Canzian, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Stefano D’Orazio, cui si è aggiunto anche l’ex Riccardo Fogli, è protagonista di “Reunion – L’ultima notte insieme”, una serie di concerti-evento. Proprio in occasione di una delle date milanesi, tra il pubblico c’era anche uno spettatore molto particolare: Francesco Facchinetti, figlio di Roby, che ha voluto rendere un omaggio molto particolare alla band, con un lungo post su Instagram.

Ecco cosa ha scritto:

“Ciao, mi chiamo Francesco e di cognome faccio Facchinetti. Sono nato il 2 Maggio del 1980 e per vent’anni ho vissuto all’ombra dei palchi di mio papà e dei mie zii. Insomma, avete capito, sono cresciuto con le canzoni dei Pooh. Ho imparato a respirare a tempo con i colpi di batteria di zio Stefano, ho dentro l’energia della chitarra di zio Dodi, ho sempre amato saltare esattamente come fa zio Red e ho imparato a sognare così come mi ha insegnato mio padre. Ieri, come potete vedere dalla foto, dopo 50 anni di storia i Pooh hanno suonato a SanSiro. Io ero lì, proprio davanti a quel palco che mi ha visto crescere. Ho pianto, ho pianto tanto. Ho pianto di felicità, di nostalgia. Ho pianto perché ho rivisto i miei 36 anni SENZA FIATO. Ho pensato a tutto quello che mi è successo e alla mia vita. Alle persone che non ci sono più. A tutte le emozioni che ho provato e a quelle che avrei voluto vivere ma non ho avuto il coraggio di farlo. E perché tutto questo è successo ieri? Perché i Pooh sono la mia vita, tutta la mia vita. E ieri, guardando le facce delle oltre 50 mila persone, mi sono accorto che anche per loro era così. Quei 4 ragazzi non solo hanno fatto musica ma sono andati oltre. Fanno parte del nostro DNA, sono parte della nostra quotidianità, della nostra vita. Questa sera sarò di nuovo lì, insieme a tanti di voi, a godermi ancora una volta lo spettacolo dei Pooh. Ci vediamo sotto il palco! Ciao, mi chiamo Francesco e di cognome faccio Facchinetti. Mi chiamano il figlio dei Pooh e hanno ragione perché è così: IO SONO IL FIGLIO DEI POOH! Vi abbraccio e vi voglio bene”.

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