Vladimir Putin ha firmato delle nuove leggi che rafforzano i tribunali militari russi e sfidano la giustizia internazionale, rifiutando le sentenze straniere non vincolanti. La scelta del Presidente russo sta facendo molto discutere.

Le nuove leggi firmate da Putin

In un momento di crescente isolamento internazionale, Vladimir Putin ha firmato una serie di nuove leggi che segnano un ulteriore irrigidimento del sistema giuridico russo. In particolare sul fronte militare. Con queste nuove leggi, la Russia ha fatto un passo importante verso il rafforzamento del controllo interno. Non solo sulle forze armate, ma anche su chi combatte per Mosca, anche senza cittadinanza.

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La novità principale riguarda la giurisdizione dei tribunali militari russi, che ora avranno l’autorità di giudicare anche il personale militare straniero e apolide. Per farla più semplice, chiunque combatta a fianco delle forze russe, anche senza essere cittadino russo, potrà essere processato direttamente dai tribunali militari del Paese. Questa legge è strettamente legata al decreto firmato da Putin nel luglio scorso, che permetteva anche agli apolidi di arruolarsi nelle forze armate russe.

Gli esperti internazionali vedono in questa decisione di Putin come un ampliamento delle possibilità di reclutamento da parte della Russia. L’apertura ai combattenti provenienti da paesi esteri, tra cui anche mercenari e volontari, dimostra una chiara intenzione di rafforzare l’esercito con forze supplementari, mantenendo sotto il controllo diretto di Mosca i soldati provenienti da fuori confine.

Ma la seconda novità firmata da Putin ha ancora più peso simbolico e politico. Con una nuova legge, la Russia si riserva il diritto di rifiutare le sentenze emesse dai tribunali internazionali o da giurisdizioni straniere. La mossa è un segnale chiaro della crescente distanza tra Mosca e le istituzioni internazionali, in particolare quelle impegnate nella difesa dei diritti umani e nella gestione dei crimini di guerra. Come sottolineato dal governo russo, le sentenze che non provengano da trattati firmati dalla Russia o da risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non saranno più vincolanti per Mosca.

Questa manovra di Putin fa parte di una strategia più ampia di “sovranizzazione” del diritto. Con questa mossa il Cremlino intende limitare l’influenza esterna sulle decisioni giuridiche interne. In un momento storico in cui la Russia è sotto accusa per gravi violazioni dei diritti umani, tra cui crimini di guerra legati all’invasione dell’Ucraina, questa scelta sembra un ulteriore passo verso un’ulteriore chiusura del paese nei confronti della comunità internazionale.

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