Simone Basile, Ottavorediroma: l'influencer del popolo

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Simone Basile, Ottavorediroma: l’influencer del popolo

Redazione | 25 Ottobre 2023

Intervista a Simone Basile, denominato Ottavorediroma. L’influencer del popolo che tende la mano a chi ne ha bisogno

In questo mondo dei social, dove il comune denominatore è “apparire” Simone
Basile
ha scelto qualcosa di più reale, ha scelto di stare in mezzo alla gente, specialmente vicino a quelli che ne hanno più bisogno. Ha scelto di sfruttare la sua notorietà come influencer e content creator con il nome di “Ottavorediroma” per tendere una mano verso le persone meno abbienti.

Simone, la tua notorietà viene, oltre che dal tuo ruolo di content creator, specialmente da questo tuo contatto con persone meno fortunate, puoi raccontarci come avviene il tutto?

Tanti influencer vivono molto distaccati dai loro follower, io cerco sempre di interagire con loro e di rispondere non solo alle loro domande, ma spesso anche alle loro esigenze, parlando con i senzatetto, gente povera, persone escluse dalla società, tanti mi hanno detto “Sai, prima di andare a dormire guardo sempre i tuoi video, questo mi fa molto riflettere, queste persone, nelle loro grandi difficoltà, prima di chiudere gli occhi guardano quello che faccio, questo è uno dei tanti motivi che mi spinge a rispondere a ognuno di loro quando mi scrive.

In genere quale motivo porta queste persone a contattarti?

Il bisogno. Spesso c’è gente che non mangia per giorni, o che non riesce a comprarsi beni di prima necessità. Molte volte mi capita di uscire la mattina, andare al supermercato vicino a casa e farmi farcire dei pezzi di focaccia da
portargli, oppure di accompagnarli a comprarsi cose di ogni genere, da prodotti per l’igiene personale a vestiti per coprirsi dal freddo.

Oltre ad aiutarli a trovare i beni di cui hanno bisogno, cos’altro fai per queste persone? Come interagisci con loro?

Ascoltandoli, dando loro la possibilità di raccontare le loro vite, le loro difficoltà. Quello che faccio è abbattere le barriere sociali, dando modo a queste persone di sentirsi accolte da un mondo che si è dimenticato di loro.

Nonostante il tuo più che nobile intento, essere sempre sotto ai riflettori sicuramente ti espone anche ai commenti di persone in contrasto con il tuo operato, qual è il tuo rapporto con gli hater?

Li accolgo. Sono sicuramente un personaggio scomodo per alcuni, il mio modo di essere, diretto in quello che dico e in quello che faccio, a molti non piace. Questo sicuramente crea delle avversità nelle persone e non pochi mi criticano, spesso
lo fanno perché credono che il mio interesse risieda solo nell’acquisire notorietà e che quello che faccio per gli altri sia l’ennesima immagine di facciata che si trova sui social.

Dal canto mio non li biasimo, è vero che i social non sempre rappresentano la verità, però cerco sempre di creare anche con gli hater un dialogo, e molto spesso è successo che, conoscendomi più da vicino, molti si siano ricreduti.

Per cosa ti batti?

Principalmente per il sociale, per l’integrazione e per far arrivare a chi ne ha bisogno un pasto. Per me i social sono un investimento volto proprio a questi miei obiettivi, spingo il più possibile per acquisire notorietà proprio per permettere
che questo messaggio arrivi a quante più persone possibile.

Per tanti è difficile aprire gli occhi e vedere le difficoltà degli altri, spesso proprio perché la vita frenetica di oggi non dà il tempo materiale per potersi soffermare su determinate situazioni. Il fatto di dar voce a i senza tetto su strumenti di comunicazione cosi forti avvicina gli altri a queste realtà, portando le persone allo stesso livello, portandoli a rendersi conto che loro ti guardano con gli stessi occhi con i quali li guardi tu, gli occhi di una persona vera.

A cura di Massimiliano Caroletti.