Sorrida prego Novella 2000 n. 21 2020

NEWS

Sorrida Prego: il sorriso come sinonimo di autostima

Redazione | 15 Maggio 2020

Il dottor Emanuele Puzzilli sull’importanza del sorriso come segno di autostima e biglietto da visita vincente: ecco in che modo […]

Il dottor Emanuele Puzzilli sull’importanza del sorriso come segno di autostima e biglietto da visita vincente: ecco in che modo prendersene cura.

Mi occupo di estetica dentale ormai da molti anni, e ho imparato quanto sia importante, per ognuno di noi, avere un bel sorriso. È un biglietto da visita fondamentale, che ci permette di raccontare subito qualcosa di noi. Ecco perché bisogna prendersi cura dei propri denti e sapere che si può sempre migliorare, intervenendo sui difetti, piccoli o grandi che siano. In questo, la cosmesi dentale è una grande alleata.

Sono molti gli interventi che permettono di dare un aspetto nuovo al sorriso: lo sbiancamento dentale, l’applicazione delle faccette in ceramica, l’uso degli allineatori invisibili per il raddrizzamento, gli impianti per denti mancanti (che possono essere a carico immediato o differito), i restauri metal free in ceramica integrale o in zirconio ceramica. Si possono anche aggiornare vecchi lavori fatti con tecniche superate, come nel caso di ponti o capsule in metallo oppure otturazioni in amalgama di argento.

I primi passi

La prima visita
Qualunque sia l’intervento, il momento fondamentale è la prima visita. È lì che si mettono le basi di un lavoro ben fatto. In occasione del nostro primo incontro, sottopongo i miei clienti a una valutazione a 360° per capire quali sono i difetti e come possono essere migliorati o eliminati.

Non guardo al singolo dente storto o macchiato, ma all’armonia del profilo nel suo complesso. Per farlo utilizzo foto, video e uno scanner 3D. E proprio grazie alla scansione tridimensionale posso far vedere al paziente una proiezione del risultato finale.

L’approccio multidisciplinare
Una volta capita la situazione è possibile formulare un’ipotesi di lavoro, che può andare dalle semplici migliorie per intervenire su delle irregolarità, fino a grandi stravolgimenti. In questa fase di progettazione, scelgo sempre un approccio multidisciplinare, mettendo in gioco la rete di oltre 50 specialisti che ruotano intorno al mio studio.

Alcuni lavori, infatti, possono richiedere l’intervento di medici diversi: chirurghi plastici e ricostruttivi, chirurghi maxillofacciali, logopedisti e altri ancora.

Per esempio, se un paziente ha denti mal posizionati perché involontariamente, con la lingua, li sottopone a una pressione eccessiva, il semplice riallineamento non basta. Il rischio, infatti, è che dopo poco tempo tutto torni come prima o quasi. Quindi è necessario che intervenga anche un logopedista, per lavorare sulla spinta linguale. Discorso analogo per coloro che hanno delle malformazioni scheletriche. Hanno bisogno di un dentista, ma anche di un chirurgo maxillofacciale.

Il sorriso come segno di autostima

Sorriso e autostima
L’approccio multidisciplinare consente di dare al paziente ciò che desidera: una dentatura perfetta e unica.

Oggi il sorriso, la sua pulizia e l’allineamento dei denti hanno un impatto notevole sull’autostima e su come ci si presenta al pubblico. Molte donne, per esempio, se hanno difetti ai denti, tendono a non truccarsi per non attirare l’attenzione sulla bocca. Quando però riescono a migliorare la dentatura, scelgono di lavorare anche sulla “cornice”, valorizzando cioè il volto, magari con un bel rossetto.

L’importanza di saper dire “no”
Certo, se ci sono pazienti che proprio non si piacciono, che hanno un problema profondo con il loro corpo, un odontoiatra non può fare miracoli. In questi casi si cerca di far capire alla persona che c’è bisogno di un percorso psicologico.

Saper dire “no” è importante, fa parte del lavoro di un professionista. A volte, per esempio, capitano pazienti che arrivano in studio con la foto di un’attrice o di un attore e dicono: “Voglio i denti così”. Se non sono convinto, il mio ruolo m’impone di dirglielo. Magari quei denti sono belli su quell’attrice, ma non lo sarebbero su un’altra donna, perché non adatti alle caratteristiche del suo viso. Potrebbero essere troppo grandi o troppo piccoli, o comunque non in armonia.

Bisogna trovare il bello per sé stessi, senza imitare nessuno.