Studio Resente Novella 2000 n. 3 2021

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Studio Resente: il 2021 sarà l’anno della ripartenza?

Redazione | 7 Gennaio 2021

Il nostro Alessandro Resente si chiede se, viste le premesse, il 2021 sarà veramente l’anno della ripresa. Riprendiamo colore e […]

Il nostro Alessandro Resente si chiede se, viste le premesse, il 2021 sarà veramente l’anno della ripresa. Riprendiamo colore e luce negli occhi battendo il Covid!

Come diceva Lucio Dalla L’anno vecchio è finito e abbiamo davanti a noi il libro bianco del nuovo anno con tutte le pagine da riempire, sperando finalmente di riuscire anche a colorarle.

Abbiamo atteso la fine del 2020 e adesso speriamo in un anno migliore. La pandemia ci ha piegati, ma soprattutto ha spento i sorrisi, il brillare degli occhi. Confidiamo nel vaccino, e speriamo che il Governo si faccia un po’ più furbo, trovi qualcosa che arresti l’espansione del virus e i contagi.

Saranno i problemi da risolvere. Ci siamo liberati del 2020, tutti abbiamo iniziato il nuovo anno con la speranza di riuscire a superare i problemi legati al Covid e riprendere le redini della nostra vita. Ognuno di noi si augura che il vaccino possa bloccare il virus.

Ma ci sono tanti altri problemi che si dovranno affrontare, e sicuramente ci vorrà tempo. Soprattutto, ci vorranno giuste, corrette e rispettose decisioni e normative che finora si sono viste applicare poco.

Luci ed ombre dei Dpcm

L’obiettivo devono essere gli italiani e l’Italia, senza favoritismi o interessi personali. Infatti, molti articoli o provvedimenti presi coi vari Dpcm non erano strettamente collegati alla pandemia. L’obiettivo doveva essere il bene del Paese, e invece si è approfittato per inserire un po’ di tutto.

Pensiamo solo alle varie risorse destinate per assumere personale (quali magistrati) o rinfoltire determinati uffici pubblici che non avevano alcun collegamento col propagarsi del virus o col rilancio dell’economia.

Vediamo poi il tanto contestato provvedimento – per molti fatto per favorire il papà della compagna di Conte Cesare Paladino, patron dell’Hotel Plaza di Roma (che aveva già patteggiato) – che stabiliva che non potevano più essere accusati di peculato gli albergatori che non avevano versato al Comune la tassa di soggiorno. Il signor Cesare Paladino non aveva versato oltre 2 milioni di tassa di soggiorno al Comune di Roma!

Era fondamentale inserire quel provvedimento nel Decreto Rilancio in piena pandemia?

Così come continua la discussione sulla scelta delle siringhe per iniettare il vaccino, decisamente più costose di quelle acquistate dagli altri Paesi, con risposte imprecise da parte di Arcuri.

Il caso FCA

Per non parlare – non vorrei ripetermi – dei vari appalti per la produzione delle mascherine. Vi ricordate il mio articolo sulla FCA ora oggetto di diversi servizi da parte di Striscia la Notizia? Vedete, con i gravi problemi che abbiamo in Italia, ancora se ne approfitta per concedere favori o inserire norme ad hoc per determinate categorie.

Ma perché? Ma non esiste un senso di responsabilità e un dovere nei confronti dei cittadini? Non vorrei che tutti i problemi facessero insabbiare tante cose. Tipo lo scandalo della magistratura, o le responsabilità del ponte Morandi.

Molti politici che si fanno paladini per garantire la giustizia e i diritti in alcuni stati esteri, perché (dovrebbe essere il loro primo dovere) non pretendono la verità con le relative responsabilità per il crollo del ponte? Quei morti non meritano giustizia?

E intanto gli anni passano. Ma dobbiamo ricordarci che la verità e la giustizia non devono dipendere dal colore politico! Questo per farvi capire che quello che ci attende non deve essere deciso per questo o quello. Ma solo per una cosa fondamentale: il bene dell’Italia.

Adesso il Governo deve, attraverso una serie di norme, prendere le giuste decisioni a tutela delle imprese e delle famiglie.

Politiche di chiusura: successo o fallimento?

La scuola non deve essere al centro di tutte le discussioni. In maniera molto semplice, visto che si parla sempre di contenuti essenziali e approfondimenti, per un anno si potrebbe lavorare solo sui primi e far riprendere la frequenza in classe quando il virus si è arrestato.

Riflettiamo un attimo, voglio dirlo chiaramente: la curva dei contagi ha iniziato ad aumentare con la riapertura delle scuole e coi problemi collegati ai mezzi pubblici.

Ci sono bambini delle elementari che non so quante volte hanno fatto il tampone, e molte persone sono state contagiate attraverso i loro piccoli.

Il Governo continua a chiudere bar e ristoranti, ma i risultati si vedono? Se fossero stati loro il principale mezzo di trasmissione, adesso dovremmo essere a contagi zero. Allora rivediamo anche le politiche di chiusura. Che senso ha avuto dichiarare a Natale e Capodanno l’Italia zona rossa, se poi vi erano – come stabilito nell’allegato – molte attività commerciali aperte? Che senso aveva? Per alcuni giorni tutto poteva essere chiuso, anche gli alimentari, ci saremmo organizzati, basta con questi mezzi provvedimenti!

Danni e soluzioni economiche

Passiamo poi ai vari provvedimenti economici da prendere. E qui, vista la mia formazione ed esperienza, vorrei dare qualche consiglio. I provvedimenti dovrebbero svilupparsi su due fronti: uno a carattere interno e uno a livello internazionale.

A livello interno dobbiamo dare liquidità alle imprese. Per cui, senza tanti bonus, si potrebbe concedere un anno, o un periodo, sabbatico per versamento di imposte e contributi, da recuperare poi, magari parzialmente.

Per questo lo Stato dovrebbe amministrare in maniera oculata le proprie risorse, non assumendo e riducendo le spese: c’è crisi.

Poi, per stimolare i consumi, va benissimo il 110%, cercare di abbassare in parte l’IVA per certi settori più in crisi e ridurre le aliquote Irpef, garantendo così redditi più alti che implicano maggiore propensione alla spesa. Infatti, se vengono ridotte le aliquote, non si ottiene altro che il risparmio d’imposta si trasformi in maggior reddito con incremento dei consumi. E, di conseguenza, nuovi posti di lavoro per soddisfare gli incrementi di domanda.

Quindi meno imposte, su una platea più vasta. Risparmiando anche sul reddito di cittadinanza si renderebbe sostanzialmente nullo l’effetto negativo a livello di entrate dello Stato.

Intervenire sul settore specifico

Quindi poi potrebbero essere attuati interventi ad hoc per determinati settori, più colpiti o trainanti nella ripresa. Pensiamo al settore dell’abbigliamento, a quello calzaturiero, alla ristorazione… Pensate quanto bravi siamo in questi settori, che molte aziende che avevano trasferito all’estero la produzione adesso stanno ritornando in Italia (reshoring) a produrre, in quanto i clienti pretendono maggiore qualità!

E appunto per questo dobbiamo fare una politica di ricollocazione dell’Italia all’estero. Dobbiamo essere i primi a partire con delle fitte politiche di comunicazione, atte a promuovere il turismo (da quello culturale e artistico al vacanziero) verso in nostro Paese. E rendere il concetto del “Fatto in Italia” (basta inglesismi) come il massimo in termini di qualità, creatività, bellezza.

Deve passare il concetto che se tu vuoi il meglio, devi acquistare italiano. E che siamo il più bel Paese al mondo (grande verità).

Per cui basta coi proclami. Ma facciamo, caro Conte, che il 2021 sia l’anno della concretezza, dei provvedimenti giusti presi per far ripartire l’Italia e rappresenti il nuovo boom economico di questo secolo.

Forza, inizi, dia prova di amare la sua Nazione e gli Italiani, che non aspettano altro che ripartire dal proprio Paese. E non si dimentichi che gli Italiani lavorano duro, ma hanno sempre il sorriso!