Il caso Vanvitelli apre il divario economico tra le regioni italiane

Il nuovo report Agenas mostra un divario crescente tra Nord e Sud, perché i costi di una giornata di degenza ospedaliera variano in modo rilevante e influenzano direttamente l’efficienza dei sistemi regionali. La ricerca elaborata da Quotidiano Sanità evidenzia come l’ospedale Luigi Vanvitelli di Napoli raggiunga 1.326 euro giornalieri, mentre molte altre strutture — tutte universitarie — risultano tra le più costose d’Italia.

Tra le universitarie con i costi più elevati emergono: 

2 – Policlinico Giaccone di Palermo con 881,6 euro per giorno; 

3 – Policlinico G. Martino di Messina con 735,8 euro; 

4 – Azienda Ospedaliera R. Dulbecco di Catanzaro con 727,8 euro; 

5 – Azienda Ospedaliera Federico II di Napoli con 669,5 euro; 

6 – Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze con 658,6 euro; 

7 – Azienda Ospedaliera Ruggi d’Aragona di Salerno con 657 euro; 

8 – Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Ferrara con 649,1 euro; 

9 – Azienda Ospedaliera Pisana di Pisa con 633,5 euro;  

10 – Azienda Ospedaliera Rodolico – San Marco di Catania con 608,9 euro. 

La struttura dei costi al sud deriva da un intreccio di fattori, poiché le spese di gestione risultano spesso più elevate e la produttività interna procede con ritmi meno regolari rispetto agli ospedali settentrionali. Questo scenario sottolinea una fragilità organizzativa che limita le performance e genera un impatto considerevole sui bilanci sanitari locali, già messi alla prova da anni di risorse insufficienti.

Una tendenza consolidata

La classifica Agenas conferma una tendenza consolidata, perché molte aziende ospedaliere del Sud registrano valori superiori alla media nazionale e mostrano difficoltà nel contenere la spesa giornaliera. Nel Nord la situazione appare più equilibrata, grazie a investimenti continuativi, una maggiore stabilità gestionale e un ricorso più strutturato alle tecnologie digitali che riducono tempi e costi delle degenze. 

La differenza economica tra territori impone una riflessione politica, visto che il sistema sanitario richiede interventi rapidi e mirati per migliorare l’efficienza organizzativa senza penalizzare la qualità delle cure. L’obiettivo riguarda anche la sostenibilità futura, dato che il divario potrebbe amplificarsi se le regioni meno attrezzate non riusciranno a modernizzare le proprie strutture con investimenti adeguati e strategie di lungo periodo.

Dario Lessa