Delitto di Garlasco, perizie e indagini proseguono: ombre, dubbi e nuove analisi alimentano il mistero
Le considerazioni della scrittrice Elisabetta Cametti Il delitto di Garlasco continua a occupare la scena mediatica, mentre nuove analisi tecniche…
Le considerazioni della scrittrice Elisabetta Cametti
Il delitto di Garlasco continua a occupare la scena mediatica, mentre nuove analisi tecniche cercano di chiarire dettagli che, a distanza di anni, restano ancora oscuri e alimentano discussioni serrate. Le ultime ore hanno portato alla consegna della relazione conclusiva dell’incidente probatorio. Un documento che riassume il lavoro dei periti chiamati a valutare campioni biologici prelevati dalle unghie di Chiara Poggi e a verificarne la compatibilità con il quadro probatorio esistente.
Gli esperti hanno lavorato con grande cautela, cercando di evitare interpretazioni affrettate e concentrandosi invece su protocolli rigorosi. Il fine è valutare la qualità e l’origine delle tracce, elemento considerato fondamentale per comprendere eventuali sviluppi futuri.
Parla Elisabetta Cametti
«Alcune volte è sufficiente una sola certezza tra tanti dubbi per riuscire a fare un passo in più verso la verità» commenta per Novella 2000 Elisabetta Cametti.
«La perizia depositata dalla dottoressa Albani qualche certezza la fornisce» prosegue la scrittrice. «Nonostante le criticità riscontrate, a partire da un dna parziale, degradato, misto e non consolidato, la comparazione ha permesso di escludere Alberto Stasi e gli altri soggetti con cui quelle tracce biologiche sono state confrontate. Viene invece evidenziata una compatibilità con l’aplotipo Y di Andrea Sempio. I calcoli biostatistici mostrano una corrispondenza da “moderatamente forte a forte” su un dito della mano destra di Chiara Poggi e una “moderata” su uno della mano sinistra. Trattandosi di un Y non è però possibile identificare un singolo soggetto ma solo la linea maschile paterna».

Le nuove analisi infatti introducono ulteriori interrogativi che si aggiungono a un mosaico già fitto di ipotesi, smentite e rilanci mediatici.
«Non è nemmeno possibile stabilire se quel dna provenga da sopra o sotto le unghie, né se sia frutto di un contatto diretto o di contaminazione. E non è possibile datarlo» continua Elisabetta Cametti. «Il contenuto della perizia non rappresenta una prova e non ha la forza di un indizio. Al momento è solo un elemento che dovrà essere letto insieme ai risultati che emergeranno dalle altre analisi scientifiche in corso. La BPA (Blood stain analysis) e la nuova consulenza medico legale. Che, a loro volta, verranno inserite in un quadro di approfondimento ancora più ampio, quello delle indagini tradizionali». Insomma «la ricerca della verità è un percorso lungo, non sempre lineare. Merita tempo e devozione» conclude Cametti.

La confusione sui social
La presenza di notizie incontrollate circolate sui social, a volte diffuse senza alcun riscontro, ha complicato la percezione pubblica del caso. Ha quindi generato un clima di incertezza che rende più difficile distinguere ciò che proviene dalle indagini da ciò che nasce dal semplice sensazionalismo. Gli inquirenti cercano di mantenere un approccio prudente. Questo ricordando che solo la documentazione ufficiale può delineare un quadro attendibile della complessa dinamica investigativa.
Le domande aumentano e le risposte sembrano invece allontanarsi, mentre il mistero rimane fitto e il dibattito continua a dividere l’Italia, che segue con attenzione ogni passaggio della nuova indagine. Le prossime settimane potrebbero offrire elementi concreti, ma al momento il caso Garlasco resta un enigma che sfida la giustizia e alimenta un interesse che non accenna a diminuire.