La giovane di Nardò racconta i giorni trascorsi nascosta a poche centinaia di metri da casa mentre l’intera città partecipava alle ricerche, riaprendo una ferita personale ancora profonda

Tatiana Tramacere parla con voce ancora incerta mentre ripercorre una vicenda che ha sconvolto la sua famiglia e l’intera comunità, raccontando come l’assenza di lucidità abbia guidato una scelta che oggi considera incomprensibile anche a se stessa, dopo undici giorni trascorsi nell’appartamento dell’amico Dragos Ioan Gheormescu mentre forze dell’ordine e volontari setacciavano il territorio.

La 27enne ricorda il momento della scomparsa come un istante di totale perdita di controllo, spiegando che emozioni troppo forti e una fragilità accumulata negli ultimi due anni l’hanno spinta a nascondersi senza riuscire ad affrontare il peso delle proprie paure mentre la città si mobilitava per ritrovarla.

Racconta come l’appartamento dell’amico sia diventato un rifugio improvvisato dove il tempo scorreva lento, mentre la consapevolezza di ciò che accadeva all’esterno cresceva insieme al senso di colpa, lasciandola paralizzata e incapace di tornare indietro nonostante sapesse di provocare angoscia alla sua famiglia.

Mi dispiace profondamente per la preoccupazione che ho generato” dice la giovane, ricordando come ogni ora passata nascosta alimentasse una lotta interiore che non riusciva a fermare, una battaglia che definisce lunga due anni e che ora vuole affrontare con maggiore consapevolezza.

A “Chi l’ha visto?” Tatiana ha chiesto scusa alla famiglia, alle forze dell’ordine e ai cittadini di Nardò, raccontando come la sua decisione non sia stata una bravata né un gesto per attirare l’attenzione, ma il risultato di un turbamento personale che non ha saputo gestire e che oggi riconosce come un segnale da non ignorare più.

Il suo ritorno ha portato sollievo ma anche interrogativi, e mentre la comunità cerca di comprendere ciò che è accaduto, Tatiana prova a ricostruire i pezzi della sua storia, consapevole che il primo passo consiste nel raccontare con sincerità il buio in cui era precipitata e nel chiedere aiuto per uscirne definitivamente.

Dario Lessa