Leonardo Bongiorno, Mike Bongiorno

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Leonardo Bongiorno rivela in che modo ricorda il grande Mike

Francesco Fredella | 18 Luglio 2017

«Era fissato con lo sport e voleva che lo praticassi ogni giorno». A parlare è Leonardo Bongiorno, quello che un […]

«Era fissato con lo sport e voleva che lo praticassi ogni giorno». A parlare è Leonardo Bongiorno, quello che un tempo era un bambino dolcissimo, biondo, che il grande Mike presentò al suo pubblico col nome di Leolino. «Magari un pensionato che mi riconosce per strada, o una cassiera al supermercato, mi chiama ancora così. Sono sempre un po’ imbarazzato, mi fanno tanti complimenti che penso siano immeritati, mi commuovo. Dimostrano il loro affetto per papà, ne sono felice», ha raccontato Leo. Oggi ha 27 anni, una laurea conseguita alla Bocconi, un master a Shanghai. Ha fondato una startup, gira il mondo e nel suo cuore porta il ricordo di papà Mike, scomparso nel 2009. Quando morì sulle colonne de Corriere della sera firmò il necrologico concludendo così: «Il tuo ex Leolino». Lui continua a ricordalo ogni istante della sua vita con un rituale. Nel numero di cellulare di Leonardo ci sono tre 3 di fila ed è in questo modo che ricorda i grande Mike: «Quando lo detto mi diverto a pronunciare i numeri come faceva lui. È il mio un gioco segreto: il mio modo per sentirlo vicino».

La vita assieme a Mike. «Fino alle 4 del mattino se ne stava con sigaro e taccuino a guardare la tivù americana. Le chiamava le sue ricerche. Si era fatto montare una parabola in terrazzo che sembrava la Nasa». Mike aveva il pallino della preparazione. Insomma, non sarebbe mai andato in onda senza aver studiato per filo e per segno tutto. Anche quando, negli ultimi tempi, doveva fare i collegamenti con la radio di Fiorello. A proposito: si sono conosciuti grazie a Leonardo. «Sono stato io a far sentire a papà le imitazioni di Fiorello e all’inizio non era molto contento. Poi invece sono diventati amici ed è cominciata l’abitudine di sentirsi in diretta alla radio. Papà prendeva quegli appuntamenti sul serio, ogni giorno fingeva di essere stato sorpreso mentre faceva una cosa diversa: una volta mi mandò a comprare quei barattoli che se li giri fanno il verso della mucca, e raccontava che stava mungendo in montagna; un’altra volta si fece incidere un esercizio da un violinista per far credere che stesse suonando lui».

Com’era papà Mike? «La prima immagine che ho di lui: sono in cucina, lui è dentro la tivù e poi apre la porta e compare in vestaglia e pantofole»: insomma come se avesse avuto due padri, uno privato, tutto suo, e uno pubblico. Amato da tutti. «Rispetto ai miei fratelli maggiori, Michele e Nicolò, me lo sono goduto nella sua fase più lenta, casalinga e affettuosa. Loro non lo vedevano mai, esclusi i bellissimi viaggi in tutto il mondo durante le vacanze, perché dagli anni 70 ai 90 era sempre impegnato nel “Giro Mike”, una tournée che faceva in tutte le città d’Italia, dove presentava ogni tipo di sagra. In casa, dopo, siamo rimasti io, lui e mamma, un nucleo nostro. Non mi ha mai fatto rimpiangere quei padri giovani che portano il figlio a calcetto o al parco e se lo issano sulle spalle. Sapeva essere lo stesso molto efficace con l’esempio», ha detto Leonardo Bongiorno. Che ha voluto anche ricordare disciplina, il rigore, e l’amore per lo sport che hanno caratterizzato la sua infanzia. «Papà era fissato con lo sport e voleva che lo praticassi ogni giorno. Ricordo che avevo lunedì nuoto, martedì tennis, mercoledì cavallo, giovedì golf, venerdì non mi ricordo e poi sci tutti i weekend. Quello lo facevamo insieme, certe levatacce! In pista voleva essere il primo e mi svegliava sempre alle 6, mi stringeva gli scarponi fino a farmi male e uscivamo».

Gli ultimi anni insieme come sono stati? «Diceva che ero il suo bastone della vecchiaia ed era vero. Non gli piaceva mostrarsi fragile, così lo aiutavo come potevo. Ricordo quando lo sorreggevo mentre entrava in piscina ed era tutto tremolante. Tre giorni prima avevamo festeggiato il mio ventesimo compleanno e lui, davanti alla torta e ai miei amici, aveva fatto un discorso serio sui valori, perché ormai ero un uomo».

Il rapimento della salma. «Una cosa assurda, senza senso. Dopo, lo abbiamo voluto cremare: le sue ceneri ora sono disperse sul Cervino e in parte sono nella cappella di famiglia, al lago», ha concluso il figlio del re dei quiz.