Lo sfogo della gieffina continua

Clarissa Selassié, perciò, ha raccontato delle difficoltà del papà durante la permanenza in prigione. Nessuno lo voleva ascoltare: “Poi ce l’hanno fatto vedere per poco, credimi che è stata una cosa molto forte. Ha fatto tutta l’estate in prigione in Lussemburgo senza essere mai stato ascoltato, poi l’hanno spostato in Svizzera, ma in estate chiudono i tribunali quindi è slittato tutto“. Ha, quindi proseguito come segue:

L’hanno messo in Svizzera perché la causa è lì. L’hanno fermato in Lussemburgo. Lui è il pilastro di tutta la nostra famiglia. Mia madre in questi mesi ha dovuto affrontare troppe cose. Per fortuna ci sono i cuginastri di nostro papà, ci sono stati vicino e ci hanno invitato tante volte a cena.

Però anche loro hanno la loro vita e noi non è che possiamo pesargli capisci?! A parte loro non c’è nessun altro, perché non ci possono capire. Abbiamo almeno 5 avvocati che si occupano di questa cosa, ma a parte loro e i cugini nulla. La cosa poi è internazionale, una situazione di me**a. Calcola anche che la Svizzera non è in Europa e quindi si complica tutto quanto.

Clarissa Selassié, perciò, ha concluso:”Provo a non pensarci, ma non ci riesco e non è semplice divertirmi. Perché il mio pensiero è sempre a lui che sta lì. Noi qui stiamo anche bene, però vorremmo avere più notizie da fuori, su papà e come sta“.

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