Le stime aggiornate indicano un patrimonio crescente che, in assenza di testamenti e discendenti diretti, potrebbe passare allo Stato senza essere utilizzato

La ricchezza che rischia di rimanere sospesa

Secondo un’analisi riportata da Fanpage.it, entro il 2040 in Italia potrebbero accumularsi oltre 88 miliardi di euro di patrimoni destinati a rimanere senza eredi. La causa non riguarda soltanto l’invecchiamento demografico, ma anche un dato culturale: solo una minoranza degli italiani redige un testamento, lasciando il destino dei propri beni nelle mani della legge e, di frequente, dello Stato.

Una popolazione più anziana e con meno discendenti

Il Paese continua a crescere in età media, mentre le nascite calano. Di conseguenza, molti cittadini anziani si trovano privi di eredi diretti a cui lasciare il proprio patrimonio.
Le Fondazioni e gli enti del Terzo settore avrebbero potenzialmente un ruolo significativo in questa circostanza, ma la possibilità di destinare loro beni o risorse dipende da un aspetto imprescindibile: la redazione di un testamento.

Le nuove stime sulle eredità senza testamento

Fondazione Cariplo ha aggiornato i dati sui lasciti testamentari, affidando un’indagine all’Evaluation Lab della Fondazione Giordano dell’Amore. Le proiezioni sono molto chiare:

20,8 miliardi di euro previsti entro il 2030;

88,1 miliardi di euro entro il 2040;
tutti potenzialmente destinati a restare senza beneficiari effettivi se chi possiede tali beni non redigerà disposizioni scritte.

Il testamento come unico strumento di scelta

La normativa italiana consente la libertà di destinazione solo all’interno di un testamento. In sua assenza, i beni vengono assegnati ai parenti fino al sesto grado; se nessuno è presente, rintracciabile o disposto ad accettare l’eredità, il patrimonio cessa di avere un proprietario e passa allo Stato.
Non sorprende quindi che il dato più allarmante emerga dalla statistica: solo il 12% degli italiani ha redatto un testamento, secondo le rilevazioni del Ministero della Giustizia del 2018.

Le difficoltà delle Fondazioni nel dialogo con i potenziali donatori

Come ha spiegato Gianluca Vacchini, direttore generale della Fondazione Comunità Novarese, a Fanpage.it, esistono due principali ostacoli:

molti cittadini anziani non conoscono gli enti del Terzo settore attivi sul proprio territorio;

costruire un rapporto di fiducia richiede tempo, disponibilità e continuità.
L’assenza di una cultura testamentaria radicata rende quindi complesso trasformare questi potenziali lasciti in risorse sociali.

Cosa accade ai beni senza eredi e senza testamento

Il Codice Civile, agli articoli 528 e 586, definisce la procedura di gestione delle eredità prive di eredi. Il meccanismo è lineare solo in teoria:

se non esistono familiari fino al sesto grado o nessuno accetta l’eredità, i beni diventano vacanti;

passano sotto la gestione dell’Agenzia del Demanio;

la procedura può durare da alcuni mesi fino a dieci anni, periodo durante il quale eventuali eredi possono ancora reclamare la successione.

Quando si tratta di immobili, terreni o oggetti di valore, i tempi lunghi favoriscono degrado, abbandono e perdita economica.

Perché serve una nuova cultura del testamento

In Italia il testamento è percepito come un gesto legato alla fine della vita, un tabù sociale. Come ricorda la rivista Familia, è visto come un “atto da vecchi”, lontano da qualsiasi pratica di pianificazione patrimoniale.
La differenza rispetto ad altri Paesi è significativa: nel Regno Unito, secondo il National Wills Report, il 53% degli adulti ha già messo per iscritto le proprie volontà.